In vista delle elezioni comunali, che a fine mese si svolgeranno a Roma, decido di usufruire del cosiddetto “voto assistito”, cioè della possibilità di recarmi al seggio elettorale con una persona che mi assista nell’espressione del voto facendomi entrare nell’angusta cabina, porgendomi la matita, tenendo ferma la scheda elettorale mentre scrivo, ripiegandola e infilandola nell’urna.
Lo spot televisivo in onda sulla Rai spiega che per usufruire del voto assistito bisogna richiedere al Comune di residenza di apporre un timbro sulla scheda elettorale. Bene, sembra facile…
All’ufficio elettorale scopro che tutti i documenti in mio possesso sono inutili allo scopo: non vengono accettati né il certificato di invalidità, né il certificato della Legge 104, che riportano chiaramente la mia percentuale d’invalidità e il fatto che non sono autosufficiente. All’ufficio elettorale tutto ciò non basta, è necessario fare una nuova visita medica presso la Asl di competenza per ottenere l’ennesimo certificato che attesti la mia non autosufficienza.
D’accordo, proviamo a prendere un appuntamento alla Asl per sbrigare la pratica. Sembra facile…
Scopro che non è possibile ottenere un appuntamento quando si vuole o si ha tempo, ma bisogna aspettare l’ultima settimana prima delle elezioni, presentarsi senza appuntamento alle 8,30 del mattino e attendere di essere ricevuto per la visita. Dopodiché potrò tornare all’ufficio elettorale e ottenere l’agognato timbro sulla mia tessera elettorale.
Dunque la realtà non è così facile come descritta nello spot…
Mi passa la voglia. Mi passa la voglia di aspettare il giorno e l’orario che mi viene imposto per recarmi alla Asl, quando avevo tutto il tempo di farlo prima; mi passa la voglia di sottopormi all’ennesima visita medica per farmi rilasciare l’ennesimo certificato che dichiara l’ennesima diagnosi; mi passa la voglia di tornare con tutte le scartoffie all’ufficio elettorale per ottenere il timbro.
Ma non mi passa la voglia di esercitare il mio diritto al voto, quindi il 26 maggio mi recherò presso il seggio elettorale e cercherò di far passare la mia sedia a ruote nella cabina, appoggerò la scheda su una gamba e cercherò di scriverci sopra, terrò la matita in bocca mentre sarò impegnato a ripiegare la scheda e spererò che non mi cada per terra perché nessuno potrà raccoglierla.
Ah, e spero anche che chi vinca le elezioni faccia qualcosa per eliminare questa burocrazia stupida e umiliante.