Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di una nostra lettrice che denuncia il comportamento scorretto di una società di noleggio con conducente ai danni di una persona con disabilità
Il rientro da una vacanza è solitamente il momento più difficile da vivere, vuoi per la tristezza di aver visto volare via quei tanto sospirati giorni in pochi attimi, vuoi perché non si è riusciti a fare davvero tutto ciò che si è immaginato durante i mesi che hanno separato la prenotazione dalla partenza. L’amarezza di dover tornare alla vita di tutti i giorni però si attenua quando pensi che, dopo un settimana di crociera nel Mediterraneo, dopo cinque tappe di cui tre saltate a causa della tua carrozzina elettrica difficile da trasportare, dopo qualche arrabbiatura che diciamolo, con un po’ più di accortezza ti saresti potuto evitare, finalmente tornerai a casa, con le tue barriere architettoniche abbattute, con il tuo letto regolabile e la tua carrozzina leggera da appartamento.
Il momento dell’attracco corrisponde più o meno alla fine della vacanza, il cervello elabora l’idea che mancano poco più di due ore al rientro nel tuo habitat e la stanchezza inizia a farsi sentire. Come spesso accade la nave porta una mezz’ora di ritardo, ma tu te ne stai lì fiero di aver fatto le cose per bene e che l’NCC prenotato prima di partire ti stia aspettando per accompagnarti a casa. Una volta al corrente del ritardo pensi bene di avvertirlo e gli mandi un messaggio su WhatsApp scusandoti per l’attesa che, ovviamente, non dipende da te. La risposta che ricevi però non è confortante.
Lui, l’NCC, la tua certezza di giungere a destinazione sano e salvo con la macchina attrezzata di pedana atta a caricare la carrozzina, ti risponde con modi quantomeno discutibili che non può aspettare: ha un’altra corsa prenotata. Lo stupore è tale da indurti a rileggere più volte prima di controbattere a quella sconcertante risposta, ma lui ribadisce che non ha tempo, che anche il prossimo cliente ha bisogno di un veicolo, che lui non può lasciarlo a piedi. E mentre nella tua testa si accavallano i più coloriti epiteti e le tue dita cercano di comporre sulla tastiera frasi meno offensive ma altrettanto dirette, l’unico veicolo in grado di trasportarti si allontana dal porto di Civitavecchia abbandonandoti al tuo destino.
Intanto la nave attracca e tu sbarchi, insieme a tua madre con l’anca ballerina e all’assistente che a loro volta cercano di mettere a fuoco una situazione talmente surreale da sembrare una burla degna delle migliori stagioni di Scherzi a Parte. Tuo malgrado ti rendi conto di non essere famoso e di conseguenza smetti di guardarti attorno alla ricerca di telecamere nascoste e cominci a esaminare i dintorni, tentando di individuare qualcuno che possa aiutarti a risolvere il problema. Il personale del porto si dimostra più che disponibile, ti permette di soffermarti più del dovuto nella zona di sbarco, poi cortesemente ti fa accomodare mentre una signorina, anche lei turbata dall’accaduto, cerca di contattare più cooperative di taxi per riuscire a trovare una soluzione. Soluzione che pare non esistere: un veicolo con le caratteristiche richieste va prenotato un giorno prima. Non esistono emergenze o imprevisti, se vuoi tornare a casa devi pensarci prima.
Il problema è che tu ci avevi pensato prima, avevi contattato una nota società romana di noleggio con conducente affidandoti completamente alla loro professionalità. Una professionalità venuta a mancare nel momento in cui il conducente ha deciso di accettare più incarichi, l’uno a ridosso dell’altro senza tener conto di eventuali ritardi. Un conducente in possesso di un mezzo atto al trasporto di persone con ridotta mobilità e quindi consapevole di abbandonare sul molo di Civitavecchia qualcuno che senza un veicolo adeguato non si sarebbe potuto muovere. Un conducente di cui purtroppo conosci solo il nome e il numero di cellulare e che quindi la passerà liscia senza rischiare nemmeno un reclamo, perché ingenuamente all’andata non ti sei premurato di leggere il numero di concessione scritto in piccolo vicino alla targa.
Quando allo stupore iniziale subentrano la rabbia e la frustrazione per gli svariati tentativi falliti di rintracciare una macchina disponibile, decidi di chiamare i carabinieri, per denunciare il torto che ritieni di aver subito. Anche questo ultimo tentativo naufraga miseramente, insegnandoti però che un cittadino in carrozzina abbandonato sul molo di Civitavecchia non è di competenza delle forze dell’ordine.
Quando dopo sei ore di ricerche inutili inizi a sentirti come Tom Hanks in The Terminal, ecco arrivare la signorina gentile, della quale ora ti rammarichi di non aver chiesto il nome, che ha trovato il mezzo adatto per accompagnarti finalmente a Roma. Ti senti talmente sollevato che la rabbia passa in secondo piano, attendi con ansia l’arrivo del veicolo e una volta a bordo ti rilassi sperando che l’autostrada scorra veloce sotto le ruote permettendoti di giungere a casa il prima possibile.
Alla fine tutto si è risolto. Tutto? No, purtroppo non si è risolto niente. Sai bene che non sei il primo e non sarai l’ultimo a cui accade qualcosa del genere, che ci sarà sempre qualcuno che con leggerezza ti lascerà in mezzo alle difficoltà, che non avrai nessun punto di riferimento per trovare una soluzione, che dovrai avere la fortuna di incontrare una signorina gentile. Succede a tutti nella vita, ma se sei seduto su una carrozzina succede di più.
(Francesca Fontanazza)