Un’estate di timidi miglioramenti per l’accessibilità sulle spiagge italiane (ma non in Sardegna)
Negli ultimi anni, l’accessibilità delle spiagge italiane per le persone con disabilità è diventata una priorità per molti Comuni costieri e organizzazioni. Le pedane sono ormai comparse in diverse spiagge dei litorali italiani, non sono più un appannaggio di poche località marittime, nonostante ogni anno si crei sempre un po’ di difficoltà nel rimontarle. Che sia per ritardi o per problemi burocratici. Recentemente, un disegno di legge presentato all’Ars dalla deputata Margherita La Rocca Ruvolo, di Forza Italia, ha messo in evidenza l’impegno per garantire alle persone con disabilità la libertà di accesso e fruizione delle aree demaniali destinate alla balneazione.
Il disegno di legge prevede il sostegno finanziario dei Comuni costieri per l’acquisto di sedie Job appositamente progettate per le persone con disabilità motorie. L’obiettivo è quello di potenziare l’accessibilità non solo delle spiagge, ma anche del mare stesso. I Comuni costieri saranno tenuti a rendere gli accessi pubblici al mare e agli stabilimenti balneari esistenti perfettamente fruibili anche per i soggetti con disabilità, compatibilmente con le esigenze di tutela ambientale.
L’iniziativa è stata accolta positivamente dalle persone disabili e dalle loro famiglie, che spesso si sono trovate limitate nell’accesso alle spiagge a causa di barriere architettoniche. Questo nuovo approccio cerca di offrire a tutti la possibilità di godersi le bellezze naturali del nostro Paese.
Tuttavia, nonostante gli sforzi, ci sono ancora moltissime problematiche da affrontare. Un esempio è la Spiaggia inclusiva di Muravera, vicino Cagliari, che lo scorso anno ha riscosso un grande successo grazie all’iniziativa dell’associazione Domu Mia. La spiaggia, dotata di una pedana accessibile e di sedie Job, ha offerto a persone anziane e con disabilità la possibilità di godere del mare in condizioni di sicurezza. Tuttavia, quest’anno si è verificata una complicazione: una nuova ordinanza della Capitaneria di Porto di Cagliari ha vietato gli insediamenti balneari a meno di 100 metri di distanza dalle rocce, costringendo l’associazione a cercare una nuova collocazione per la piattaforma.
Nonostante gli sforzi dell’associazione Domu Mia e le richieste della comunità locale, la situazione rimane incerta nonostante siamo a quasi metà luglio. Le pedane in legno utilizzate l’anno scorso sono conservate in magazzino in attesa di una soluzione. L’associazione ha ricevuto contributi da diverse fondazioni e da persone sensibili alla problematica, ma si trova ancora nell’incertezza sul supporto delle istituzioni locali e regionali per definire l’iter procedurale.
Ninni Santus, presidente dell’associazione Domu Mia, insieme ai volontari, continueranno a lottare per risolvere questa spiacevole situazione. Hanno annunciato infatti una manifestazione simbolica di protesta per il 14 luglio (la stessa data rivoluzionaria della Presa della Bastiglia) nella speranza di sensibilizzare gli amministratori pubblici.
(Angelica Irene Giordano)