Parliamo con Sonia Veres, che si è fatta portavoce di centinaia di persone offese dal linguaggio utilizzato nella puntata 104 del podcast Muschio Selvaggio
Muschio Selvaggio è un podcast ideato e condotto da Fedez e Luis Sal, in cui vengono intervistati personaggi noti sui più disparati argomenti, caratterizzato da una irriverente anarchia in studio. Nella puntata 104 del 14 novembre 2022 (Chiacchiere fra disabili) è stato invitato in puntata Emanuel Cosmin Stoica, giovane influencer che parla ironicamente della sua disabilità. Delle frasi sessiste durante quell’ora di trasmissione, però, hanno fatto sollevare più di un sopracciglio ai sostenitori dei diritti delle persone con disabilità e in particolare delle donne. L’attivista Sonia Veres ha scritto una petizione, partita dal suo blog personale Qui non è Marte, per chiedere ai tre protagonisti della puntata di assumersi la responsabilità delle battute infelici emerse durante il programma. Noi di FinestrAperta.it l’abbiamo intervistata.
Quali sono le motivazioni della petizione?
“Insieme a mio marito, incuriositi, avevamo iniziato a guardare la puntata di Muschio Selvaggio su YouTube, sotto consiglio di altri sostenitori delle cause per la disabilità, ma dopo pochi minuti abbiamo desistito. Ci siamo infastiditi per alcune inesattezze sulla pensione d’invalidità, regolata dalla legge 104 e che è stata fatta passare unicamente come un privilegio. Lì abbiamo chiuso e siamo andati a dormire. Il giorno dopo mi scrive una ragazza di vent’anni che ha una patologia neuromuscolare e che mi segue sui social network. Mi chiede se avessi visto una parte precisa dell’intervista e mi manda il video estrapolato dalla puntata. Il punto in cui Fedez fa una battuta sulle donne disabili e la conseguente risposta, sempre di pessimo gusto, di Stoica. Questa ragazza mi ha scritto ‘Sonia, io già mi sento bloccata anche a parlare semplicemente con i ragazzi. M’intimidisco. Ma quando sento queste cose, so che andranno a peggiorare la mia condizione di giovane donna single con una patologia’. Io mi sono rivista in lei alla sua età”.
Qual è questo scambio di battute?
“Fedez, mentre stavano parlando di assistenza alla sessualità, dice ‘adesso parliamo di disabili donne, che vogliono essere scopate’ e Stoica risponde ‘Beh, almeno non dice stai ferma’, riferendosi al fatto che le donne con disabilità non potrebbero sottrarsi a un rapporto sessuale. Non sono le uniche battute dal sapore vagamente sessista all’interno della puntata, ma questa è di sicuro la più forte. Tre uomini che prendono in giro la sessualità femminile sono tristi. Le donne con disabilità non vogliono essere scopate, al massimo scopano”.
Come si è evoluta la vicenda?
“In un primo momento ho fatto girare il video per raccogliere anche le opinioni e le reazioni di altri colleghi e persone con disabilità. Il giudizio è stato complessivamente negativo. Da qui l’idea della lettera aperta indirizzata alla squadra di Muschio Selvaggio e all’influencer torinese. Semplicemente, la richiesta è che le persone coinvolte si prendano la responsabilità delle proprie parole, che hanno infastidito persone della comunità disabile e anche chi si dissocia da un linguaggio abilista e sessista. Il tutto, corredato dai dati fattuali riguardanti i sostegni economici e le vittime di abusi sessuali, spesso donne con disabilità”.
Abbiamo raccolto più di 600 firme, adesso pensiamo di richiedere che la puntata venga rimossa.
Che reazione ti aspetti di ottenere da questa lettera?
“Niente, in realtà niente. Sono passate due settimane senza risposta né da parte dei due conduttori di Muschio Selvaggio, né da parte dell’ospite. Ovviamente me l’aspettavo, m’interessa piuttosto utilizzarlo come spunto di riflessione. Che diventi un esempio. Così da finire di raccontare le persone con disabilità – soprattutto se donne – come se fossero animali mitologici”.
Di chi pensi sia la responsabilità di questa puntata?
“Emanuel Cosmin Stoica da sempre utilizza un linguaggio ironico per parlare di disabilità, ma è un ragazzo giovane, a volte può sbagliare. Quello che mi è piaciuto meno è Fedez, ‘l’alleato delle minoranze’, ma che alla domanda di Luis Sal sul porre dei limiti a queste battute, ha scelto, arbitrariamente, che il limite fosse solo il proprio ospite. Facendolo così diventare portavoce di tutta una comunità.
Ma forse, i veri nemici del nostro tempo sono i social network e questo tipo di popolarità: ognuno può dire la sua e i propri seguaci, giovani e meno giovani, prendono per verità ogni parola detta. È un peccato. Sarebbe stata un’ottima possibilità per mostrare la reale integrazione in società di noi persone con disabilità. Quella non più vissuta nell’ombra, ma giornaliera. Fatta di lavoro, sacrifici e presenza.
Una cosa è scherzare fra amici, anche a me può capitare, un’altra è però quella di dire certe cose in un contesto pubblico. Io auspico un futuro in cui i nostri figli non vivranno la disabilità come una diversità, ma come una delle tante parti che forma una persona. Ecco perché vorrei venisse usata un’attenzione maggiore nell’esprimersi”.
(Angelica Irene Giordano)