I fatti, risalenti al periodo tra ottobre 2018 e aprile 2020, sono avvenuti a Taranto, dove otto autisti dell’Amat, approfittando del deficit psichico di una ragazza, al tempo dei fatti minorenne, parcheggiavano gli autobus in luoghi appartati e molestavano sessualmente la giovane
Arriva il processo per gli otto autisti dell’Amat, l’azienda di trasporto pubblico del Comune di Taranto che si è costituita parte civile, che avrebbero abusato di una ragazza con deficit psichico, oggi ventenne, per circa due anni: parcheggiando i bus in luoghi isolati, secondo quanto ricostruito dalle indagini, e chiudendone le porte, avrebbero approfittato della fragilità “ben nota a tutti” della ragazza dall’ottobre 2018 all’aprile 2020, anno in cui la vittima si è decisa a denunciare i fatti dietro suggerimento del fidanzato.
Come in altri casi, i fatti sono documentati da foto e video che gli stessi autori si scambiavano in chat. Agli imputati, di età compresa tra i quarantae i sessantadueanni, vengono contestate le aggravanti di aver agito su una persona privata della propria libertà personale (perché le violenze avvenivano nei bus con le porte chiuse), e per aver commesso il fatto in qualità di incaricati di pubblico servizio.
Purtroppo la ragazza era già stata oggetto di abusi: quando aveva quattordici anni la ragazza era già stata abusata da un vicino di casa, condannato in via definitiva.
Ci auguriamo che, non solo la giustizia faccia rapidamente il suo corso, ma anche che le persone con deficit intellettivo, di qualunque età e genere, siano maggiormente cautelate e seguite per prevenire ed evitare questi accadimenti.
(Giuseppe Franchina)