I primi giorni di questo anno 2022 avviene l’ennesimo episodio di discriminazione ai danni di un uomo cieco, al quale viene impedito l’accesso al Duomo di Torino col proprio cane guida. Non tarda ad arrivare l’indignazione dell’Uici
Nonostante la legge preveda concessioni ed esoneri ad hoc per i cani guida al seguito del proprio “assistito”, ancor oggi, come avvenuto all’ingresso della Cattedrale del capoluogo piemontese, le persone cieche vengono discriminate dall’ignoranza di chi presiede l’accoglienza ad alcuni “edifici pubblici”.
Anche le chiese fanno parte di questa categoria, ma, qualche giorno fa, un addetto alla sorveglianza del Duomo di Torino ha vietato l’accesso alla Basilica a Vittorino Biglia, persona non vedente, perché accompagnato da Spritz, il suo inseparabile cane guida.
“Il cane guida per un non vedente rappresenta i suoi occhi, non è piacevole sentirsi dire che deve essere lasciato fuori. Ed è ancor meno bello che succeda nel Duomo di Torino. Non bisogna lasciar correre, si deve segnalare”, sottolinea Biglia, che si è visto costretto a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine per ottenere l’ingresso al Duomo.
“Nonostante sia in vigore la legge n. 37 del 1974 integrata e modificata dalle leggi n. 376/1988 e n. 60 del 2006, siamo continuamente costretti a sollecitare la cittadinanza e le istituzioni ancora troppo spesso disattente verso la funzione preziosa dei nostri amici a quattro zampe – critica con disappunto Mario Barbuto, presidente di Uici (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) –, perché sovente ignorano le normative, rifiutano la presenza del cane, magari con la superficialità di chi non si rende conto di ostacolare la libertà e la vita della persona che si trova dietro la maniglia di quel cane. Episodi come quelli accaduti a Torino purtroppo non sono isolati, perché accade ancora troppo spesso che le persone con disabilità visiva vengano discriminate e allontanate quando accompagnate da questi nostri speciali amici a quattro zampe, senza i quali un cieco non può compiere praticamente nessuna attività primaria o muoversi liberamente”.
“Non possiamo che scusarci per quanto accaduto – commenta, rammaricato, Don Carlo Franco, parroco del Duomo –. È stato un equivoco, con nessuna cattiva intenzione o volontà di esclusione, non potrebbe mai esserci uno spirito simile in una realtà come la nostra. Il sagrestano, straniero e che vive in Italia da pochi anni, non aveva capito bene la circostanza e il cane pare non avesse elementi di riconoscimento, così gli ha ribadito quanto scritto sui cartelli. Proprio vicino al presepe ci sono due tavoli con degli allestimenti per i non vedenti perché possano in modo tattile approfondire la descrizione dell’ultima Cena e da sempre c’è un’attenzione particolare, in passato abbiamo ospitato il raduno dell’Unione Italiana Ciechi. Per questo ci tengo a dire che non possiamo che esprimere rispetto e comprensione del disagio vissuto, spiace per come sia andata con calma e dialogo molti problemi si potrebbero risolvere con maggiore facilità”.
(Giuseppe Franchina)