La disabilità, i diritti umani e l’inclusione nella Penisola Iberica. Ripercorriamo la lunga storia che ha portato alla scolarizzazione inclusiva
Nel 2006 l’Organizzazione delle Nazioni Unite definisce le persone con disabilità coloro che hanno, a lungo termine, carenze fisiche, mentali, intellettive o sensoriali. Molte volte la partecipazione di queste persone alla vita nella società è impedita dall’interazione con varie barriere.
Questa situazione dovrebbe farci pensare alla disabilità come a una questione chiave dei Diritti Umani, poiché le persone con disabilità soffrono sempre più di situazioni di disuguaglianza, violazioni della dignità, negazione dell’autonomia eccetera, il che le conduce a contesti di esclusione educativa e sociale. Nel 2012 Roger Slee riferisce che le persone con disabilità sono a maggior rischio di subire esclusione e povertà a causa delle loro differenze.
Nel campo dell’istruzione, Slee afferma che il modello clinico della disabilità – nello specifico dei problemi di apprendimento nei bambini – ha permesso che gli alunni con qualche tipo di carenza venissero percepiti come una minaccia per le scuole ordinarie, sempre più preoccupate di migliorare il rendimento dei bambini rispetto alla loro istruzione. Nel caso della Spagna, i vari governi e l’amministrazione hanno facilitato l’esclusione dei bambini con disabilità e la loro segregazione negli istituti speciali, lontani dai loro quartieri e comunità, limitando le loro opportunità, favorendo così il mantenimento della disuguaglianza scolastica.
Pertanto, al fine di superare le diverse forme di esclusione, è essenziale passare da questo modello clinico al modello sociale. Le Nazioni Unite, tra gli altri organismi internazionali, hanno promosso azioni attraverso diverse iniziative e documenti basati su questo modello. Un esempio potrebbe essere la Convenzione del 2006 sui Diritti delle Persone con Disabilità, che, sulla base di una serie di principi e obblighi generali, mira a muoversi verso un cambiamento di paradigma sulle persone con disabilità, che ne favorisca l’inclusione.
Nonostante i risultati positivi rilevati dalla relazione condotta dal governo spagnolo dopo la ratifica e l’attuazione degli obblighi e dei principi della Convenzione, vi sono ancora casi di segregazione, esclusione e discriminazione. Inoltre, molti bambini con disabilità sono iscritti a scuole speciali contro la volontà dei genitori, e quelle famiglie che rifiutano di farlo devono assumersi i costi dell’istruzione o le risorse necessarie per i loro figli nel sistema scolastico ordinario.
In Spagna dobbiamo aspettare fino all’inizio del XXI secolo per iniziare a sentire parlare di scolarizzazione inclusiva. In precedenza, tra il 1970 e il 1980, in alcune regioni come la Catalogna cominciavano ad apparire varie iniziative per integrare i bambini con disabilità nelle scuole ordinarie. Queste nuove idee progressiste venivano dai paesi nordici, dall’esperienza italiana di chiusura dei centri speciali secondo la legge del 1971 e dalla pubblicazione del Rapporto Warnock (1978) nel Regno Unito.
Tra gli anni Ottanta e Novanta, Giné ha dichiarato che sono state intraprese altre iniziative, come la scolarizzazione vicino alla casa dei bambini con disabilità, la fornitura di materiale e personale ai centri ordinari e speciali, l’istituzione di una programmazione uguale per tutti gli studenti con la possibilità di adattarsi a quelli che hanno bisogni speciali, e la formazione e l’aggiornamento degli insegnanti nel campo dell’istruzione speciale.
Le successive politiche di integrazione in ambito scolare non hanno rappresentato una rottura con la discriminazione latente subita dai bambini con bisogni speciali. Nelle scuole ordinarie, iniziarono ad essere inseriti i bambini con deficit uditivo e visivo, e in seguito entrarono quelli con ritardo mentale – in particolare con sindrome di Down –, ma la realtà era che all’interno delle scuole questi studenti erano esclusi dalla partecipazione alle attività svolte dai loro compagni di classe. Erano segregati in aule speciali, dove trascorrevano la maggior parte del loro orario scolastico, quindi la loro esclusione fu perpetuata nonostante si trovavassero in un contesto ordinario.
In seguito, l’istruzione inclusiva assunse un ruolo di primo piano e continua a influire sulle attuali leggi e principi educativi spagnoli. Va notato, tuttavia, che il radicamento dell’inclusione nelle scuole richiede ancora un grande sforzo politico e sociale e del punto di vista critico, attento e costante dei professionisti dell’istruzione, che sono i responsabili della messa in discussione delle credenze e delle pratiche scolastiche ampiamente accettate finora, al fine di superare l’esclusione e passare a forme di istruzione più inclusive e democratiche.
In Spagna, così come in Europa e nel resto del mondo, è necessario partire dall’idea che l’inclusione è un processo unico di ogni centro e comunità scolastica, che non può mai essere terminato e che si manifesta con l’attenzione ai diritti di tutti gli studenti, il rispetto delle loro differenze, somiglianze, abilità e disabilità. Come sostiene Giné, questo processo prevede l’interrogazione e la trasformazione della struttura, della cultura, dei regolamenti e della pratica dei centri, al fine di aumentare le opportunità di partecipazione e successo di tutti gli studenti. E dobbiamo tenere a mente, come afferma Slee, che l’istruzione inclusiva è un progetto di lotta e cambiamento culturale nel pensiero scolastico su studenti, programmazione, pedagogia e organizzazione delle scuole, che dovrebbe condurci alla trasformazione scolastica e sociale.
(Alba Alvarez Amaya)
Riferimenti bibliografici:
- Giné, C. (2000). Discapacitat i educació a Catalunya: crònica d’una transformació. Suports, 4 (2), 134-143.
- Giné, C. (2009). Aportaciones al concepto de inclusión. La posición de los organismos internacionales. Dentro C. Giné; D. Duran; J. Font; E. Miquel (coord.), La educación inclusiva. De la exclusión a la plena participación de todo el alumnado (pp. 13-24). Barcelona: Horsori.
- Onu (2006). Convenzione internazionale delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Recuperato da http://www.un.org/esa/socdev/enable/documents/tccconvs.pdf
- Slee, R. (2012). La escuela extraordinària. Exclusión, escolarización y educación inclusiva. Madrid: Morata.