Visioni consigliate: We are who we are porta sul piccolo schermo, con originalità e lontano dai cliché, i tanti temi della nostra società attraverso gli occhi dei ragazzi e delle ragazze
Mentre attendiamo i risultati elettorali, questa serie TV (che è quasi una “non serie TV”) di Luca Guadagnino ci porta nell’America di pochi anni fa, qualche mese prima dello scontro fra Donald Trump e Hillary Clinton. In aeroporto è in arrivo il nuovo comandante della base militare, il primo comandante donna e lesbica con tanto di famiglia a seguito. Arriva con la moglie, anche lei soldatessa, e il figlio Fraser, un adolescente di quattordici anni attento alla moda, quella che ti fa sembrare un pazzo scatenato ma curioso. In quella base militare c’è tutto quello che serve per sentirsi fieramente americano: c’è un cinema, c’è il campo da football, c’è l’inno, ci sono le bandiere fuori dalle case private dei militari, c’è il supermercato con tanti prodotti made in USA. C’è anche la scuola dove andrà a studiare il ragazzo: la Chioggia High School. E da questi dettagli sappiamo che è una base americana in Italia. Ed è attraverso Fraser e la sua scoperta di ciò che è dentro questa base che conosciamo Caitlin, una splendida ragazzina figlia di Richard, soldato addestratore, e Jennifer, moglie di origine nigeriana sposata da Richard in una dei suoi viaggi di lavoro. Caitlin ha con sé un gruppo di altri amici, adolescenti come lei e Fraser. E sanno come vivere: possono rompere la monotonia di una vita all’interno di una base semplicemente uscendo da lì ed entrando in Italia, dove gli alcolici vengono venduti anche ai minorenni (un sogno!).
Da questo momento in poi parte un viaggio: un viaggio alla scoperta del desiderio e della propria sessualità, ma non solo. Con questa frattura fra luoghi parte anche un viaggio in una società fondata sulla guerra che entrerà con violenza nei cuori e nelle menti di questi adolescenti. Questi ragazzi hanno intorno a loro anche adulti fragili, pronti o a comandare o a essere comandati ma nelle loro vite private le fragilità e le incomprensioni vengono continuamente amplificate.
L’osservazione che viene fatta dalla regia è fenomenale: ogni dettaglio, ogni nota musicale, ogni sguardo, ciascun look viene pensato e messo in scena per far arrivare il messaggio della regia e della sceneggiatura (scrittura a sei mani: Guadagnino-Manieri-Giordano). La vera protagonista della serie è l’adolescenza sotto tutti gli aspetti: qui troviamo la sregolatezza e gli eccessi di questa importante fase della vita senza i soliti e ritriti cliché. Essa è la fase in cui l’identità di una persona si forma e questa formazione non è di per sé lineare, ma percorre una via che noi stessi non conosciamo.
Difficilmente può arrivare ad un pubblico “mainstream”, perché nelle opere di Guadagnino la trama è solo un mezzo, non un fine. Ma vedere questi ragazzini (il casting, non a caso, è stato diretto da Carmen Cuba, la stessa di Stranger Things), non potrà non suscitare emozioni e lacrime.
In questo 2020 qualcosa di estremamente bello c’è e di questo dobbiamo ringraziare Luca Guadagnino, regista (citation needed) “molto poco italiano”.
WE ARE WHO WE ARE – 8 EPISODI (49 – 75 minuti)
Ideatori: Luca Guadagnino, Paolo Giordano, Francesca Manieri, Sean Conway
Regia: Luca Guadagnino
Soggetto: Paolo Giordano
Sceneggiatura: Paolo Giordano, Francesca Manieri, Luca Guadagnino
Interpreti e personaggi: Chloë Sevigny: Sarah Wilson – Jack Dylan Grazer: Fraser Wilson – Alice Braga: Maggie Teixeira – Jordan Kristine Seamón: Caitlin Poythress – Spence Moore II: Danny Poythress – Scott Mescudi: Richard Poythress – Faith Alabi: Jenny Poythress – Francesca Scorsese: Britney Orton – Ben Taylor: Sam Pratchett – Corey Knight: Craig Pratchett – Tom Mercier: Jonathan Kritchevsky
(Giuliano Sdanghi)