Un Anno di Volontà non è solo il titolo di una trasmissione a cui Vito ha collaborato, ma la sintesi di un’esperienza che non dimenticherà. Pubblichiamo qui il suo ricordo
È difficile fare un bilancio dopo un anno così speciale come quello segnato da una nuova realtà. Le motivazioni principali per partecipare al progetto “Building Bridges, Jumping Walls” a Roma erano per me di provare qualcosa di nuovo e di avere un’esperienza di vita in grado di ampliare i miei orizzonti.
L’esperienza è iniziata bene, con il corso di italiano, per me una nuova lingua. Grazie alla pazienza delle mie coinquiline e del mio coinquilino, pian piano sono riuscito ad esprimermi sempre meglio e in maniera più profonda.
La formazione iniziale con Edoardo e Massimo mi ha fatto pensare a quanto sia importante parlare tra noi riguardo le nostre motivazioni a partecipare ad un progetto legato al lavoro con le persone con disabilità. Non tanto per la nostra volontà di aiutare le persone disabili, quanto per il modo giusto in cui le si aiuta. Ovviamente è importante dare una mano quando serve, ma è ancora più importante capire che tutte le persone sono in grado di fare i propri progetti in modo molto attivo, sia con le mani che con il pensiero. Questo ci dà un senso di indipendenza e di valore, nutrendo la nostra anima umana più di qualsiasi cibo fisico o spirituale.
Dopo questi pensieri profondi e teorici, è arrivato il momento della pratica quando ho iniziato a lavorare a Radio FinestrAperta. È stata un’esperienza che mi ha davvero cambiato. Non solo per le nuove nozioni apprese in ambito radiofonico, ma sopratutto per avere un “capoccia” così bravo: Manuèl non copriva solo il ruolo di caporedattore, ma anche quello di maestro di vita, che capisce bene quali sono le qualità di una persona e come sarebbe possibile svilupparle e portarle avanti.
Anche gli altri compagni e compagne di progetto mi hanno mostrato come possiamo essere sempre pronti ad aiutare gli altri ed essere precisi (Edoardo), critici e non superficiali (Barbara), senza peli sulla lingua e in grado di trovare il modo giusto di rilassarci (Laurie), come possiamo iniziare una conversazione con chiunque (Elisabeth) e, nonostante la giovinezza, come possiamo fare un lavoro di alto livello (Teresa). E ultimo, ma non meno importante, come si possono collegare le proprie passioni con la disciplina di un monaco, che ci permette a realizzare i sogni (Alfredo).
Pensando a tutti loro e a tutto quello che ho scritto, il coronavirus sarà una delle cose meno importanti che mi verranno in mente quando ricorderò “Un anno di Volontà“.
(Vito Poredoš)