L’attivista Monica Marìn, ospite a Radio FinestrAperta, spiega i retroscena del lungo conflitto nel paese sudamericano
La Colombia è un paese potenzialmente ricchissimo, con risorse naturali preziose, territori splendidi votati al turismo, fermento artistico, culturale e tecnologico. Nonostante ciò, questo paese non riesce a prosperare. Colpa della guerra civile, che da circa sessant’anni funesta il paese.
Da un lato abbiamo la Farc, i guerriglieri che combattono per liberare i contadini dallo sfruttamento dei latifondisti; dall’altro lo Stato, con l’esercito e l’ausilio di paramilitari mercenari, che tenta di soffocare la rivolta.
Per decenni ci sono stati attentati, rapimenti, conflitti a fuoco e una lista impressionante di omicidi, commessi sia da un lato che dall’altro. Già, perché se la Farc ha compiuto gesti condannabili, i paramilitari sono riusciti a fare anche di peggio.
Il processo di pace sta lentamente portando a qualche risultato, ma la strada da compiere è ancora lunga, come ci racconta Monica Marìn, attivista di Mesa de la Sociedad Civil para las Migraciones – Colombia/Italia, ospite a Radio FinestrAperta.
Se volete capire di più di un conflitto importante, ma di cui poco si parla in Italia, ascoltate Il Granello di Sale del 23 ottobre 2019 alle 11:30 o la replica la domenica alla stessa ora.