Intervista a Maria Teresa D’Alise, in arte Dalise, vincitrice del Festival di Castrocaro e del Festival della Musica Italiana a New York, cantautrice e poetessa coinvolta nel sociale, molto attiva sui temi della disabilità e sulle tematiche femminili
Dalise ha un vissuto familiare con la distrofia muscolare che l’ha portata ad avere un legame forte con la UILDM di Caserta. Da quindici anni socia della sezione di Caserta: come sei entrata in contatto con la nostra associazione?
“Il gancio sono stati il mio papà, Emilio D’Alise, e la mia mamma, soci in UILDM Caserta dal 1979. Io sono nata, cresciuta e “pasciuta” come si dice a Napoli, in grembo all’associazione. Ho cominciato a girare per le varie piazze per le raccolte fondi Telethon quando ero bambina… perchè ai bambini 1/2 Euro si danno sempre, non si negano mai! Inoltre, grazie alla mia passione per il canto ho iniziato a prestare la mia voce negli eventi. La prima volta che ho cantato per Telethon era nel 1992, ero veramente piccolina e non ho mai smesso. La prima esibizione della mia vita è stata in un concorso per bambini a 5 anni e mezzo dove mi regalarono una coppa per il terzo posto. Presi la coppa e andai da papà: “ma cosa ci devo fare con questa coppa?” quindi l’abbiamo scambiata con una barretta di cioccolato!”.
Ultimamente hai fatto dei concerti per la UILDM Caserta?
“Quando mi sono trasferita a Roma non sono più riuscita a essere presente agli eventi Telethon e a cantare nelle varie sedi della BNL di Caserta, Maddaloni; insomma tutti gli eventi che riguardavano Caserta e provincia. Questa cosa mi ha sempre fatto sentire a disagio perchè lo spirito della mia famiglia è proprio tutto concentrato alla preparazione e all’evento di Telethon previsto nel weekend per la raccolta, la “maratona” della raccolta fondi. Quindi mi sono sempre sentita un po’ in colpa che non stessi facendo la mia parte perché ho sempre vissuto la “maratona” pensando di dare il mio contributo con la voce. Pertanto ho pensato di voler ritorna dopo aver fatto alcune comparse in televisione credendo che la mia immagine potesse chiamare a raccolta un po’ di persone proponendo un concerto dove, il ricavato dalla vendita dei biglietti andrà tutto in cassa della UILDM di Caserta e così è stato negli ultimi due anni, grazie sempre all’organizzazione impeccabile di mio padre, dell’organizzazione e dei volontari in UILDM Caserta. È stato un gran successo: abbiamo fatto sold out sempre al teatro Città di pace a Caserta. Un palco bellissimo e i fonici si sono messi a disposizione insomma è stato come sempre, quando faccio parte attiva delle attività della UILDM io mi sento a casa!”.
Sappiamo che sei impegnata socialmente non solo sui temi della disabilità ma anche su altri temi come quello sulle problematiche femminili. “Adesso tocca a me” è un brano che parla di violenza sulle donne. Come nasce questo brano?
“Mi sento sempre coinvolta su questi temi non in quanto donna ma proprio in quanto Persona. Quando sento notizie che trattano di violenza sessuale, psicologica, sulle donne sono colpita negativamente nel senso che non riesco più a pensare poiché penso troppo velocemente. Ero in treno a Maggio dello scorso anno e stavo scorrendo le notizie sul telefono quando, tra le ultime notizie c’era l’ennesima violenza sessuale.
“In questo caso la ragazza era stata violentata a Napoli quindi mi sono sentita ulteriormente coinvolta poiché i posti che descrivevano, dove si era consumata la violenza, sono gli stessi posti dove io sono uscita da ragazza. Mi sono sentita come se fossi entrata nella sua pelle. La ragazza è stata violentata due volte nella stessa sera da due persone diverse ma tutti e due conoscenti, a detta del giornalista che ha riportato la notizia, e il secondo che l’ha ripescata per strada la stava accompagnando in caserma per la denuncia poiché lei gli aveva appena raccontato l’accaduto e questo ragazzo ha risposto “adesso è il mio turno!” violentandola la seconda volta e lasciandola in strada. È calato il sipario sul mio cervello e ho cominciato a scrivere di getto la maggior parte delle parole che sono presenti nella canzone. In primis non trovo giusto che una persona faccia violenza su un’altra o che imponga la propria volontà su un’altra persona sia essa maschio, femmina, bambino, disabile, anziano, qualunque tipo di Persona in generale. Un altro aspetto che mi colpisce in profondità e che non mi lascia indifferente è che l’esistenza del corpo della donna sia sempre in relazione alla provocazione, al giudizio maschile e della società. Se non avessi la musica io litigherei e urlerei a tutti le ingiustizie nel mondo. Fortunatamente ho la musica che è una valvola di sfogo nella quale cerco di canalizzare tutta la mia energia per rimanere una persona pacifica e tollerante nella vita di tutti i giorni facendo le mie denunce con la musica. “Adesso tocca a me” è proprio una canzone di denuncia! Un brano crudo, “un cazzotto in faccia”; un brano molto diretto. Il video è uscito il 20 novembre scorso su Youtube, mentre dal 3 maggio è disponibile in tutte le piattaforme digitali [Spotify - iTunes]”.
Proprio a ridosso del 20 novembre uscita del video siamo anche a ridosso della festa internazionale delle donne che è il 25 novembre. La data del 20 però so che è stata scelta per un motivo particolare.
“Sì, perché è il compleanno del mio papà e poi quando si parla di violenza sulle donne chi opera la violenza è un uomo e io ho voluto pubblicare il video nel giorno del suo compleanno, di uno degli uomini più importanti della mia vita , perché nessun argomento va usato in maniera generalizzata: molti più uomini non violentano, questo va detto e ribadito perché molte persone vivono la sessualità e anche i rapporti interpersonali con le donne con fidanzate e mogli in maniera sana…mio padre è stato per me un punto di riferimento, l’uomo a cui io ho guardato con ammirazione, perché si è sempre comportato nei confronti di me come figlia in maniera amorevole e rispettosa e non ha mai preceduto o anticipato i tempi, non ha mai far voluto prevalere il suo pensiero, ma ha sempre aspettato che io potessi fare i miei passi da sola ed essere la proprietaria delle mie esperienze ed essere più forte. E’ stato per me un giorno particolare per pubblicare questo video perché in ogni caso io ho sempre speranza nel prossimo”.
Dalise hai partecipato al concerto evento alternativo al Concerto del primo Maggio : “May così tante! Un iniziativa all’Angelo Mai che ha visto la partecipazione di tantissime donne che della musica fanno la loro professione e che si sono incontrate con il desiderio di avere uno spazio all’interno del panorama musicale e culturale in Italia, che le vede sempre ai margini e con ruoli troppo spesso stereotipati. Un’iniziativa che ha suscitato parecchie polemiche.
“La cosa è nata in due giorni quando Michele Monina, critico musicale e giornalista al quale sono legata artisticamente da tre anni, ha scritto questo articolo che diceva che su 67 presenze sul palco, solo 4 erano donne e nessuna era solista. Una sproporzione evidente, tra l’altro l’unica cantante solista è stata invitata dall’Orchestraccia sul finale della serata, loro si sono tolti uno spazio di 5 minuti per dare voce a questa cantautrice romana. E’ nato tutto in 48 ore grazie alla cantante Deiana Teiera cantautrice e musicista e altre di noi ci siamo radunate all’Angelo Mai. Tutte quelle cantanti che avrebbero potuto esibirsi sul palco del 1° maggio, ognuna con il proprio stile, ci siamo alternati con 10/12 minuti a testa, avendo la possibilità di portare due brani ciascuno.
Per me è stata un’esperienza molto bella, prima di tutto perché è sempre bello sentirsi parte di qualcosa e non esclusi, secondo perché la manifestazione contrariamente a quanto aveva previsto la prefettura che stava mettendo dei vincoli all’Angelo Mai per sovraffollamento, la manifestazione si è svolta in modo sereno, senza proteste e rappresaglie, semplicemente tutte noi che abbiamo portato la nostra musica, i nostri temi dal nostro punto di vista femminile e abbiamo detto ESISTIAMO!. Cioè se l’industria discografica, la televisione e il mondo musicale vuole, anche involontariamente, mandare un messaggio del tipo non ci sono donne e per questo non le abbiamo chiamate, la verità è un’altra. Le donne ci sono, cantano, scrivono si esibiscono, ci sono a Roma e in altre regioni di Italia. Poi come una scia di continuità dopo questo evento il prossimo 27 giugno ci sarà ad Officine Pasolini un altro evento dove Michele Monina con il suo Festival di anatomia femminile e Tosca stanno organizzando un altro concerto al femminile proprio per sottolineare la presenza delle donne e la voce femminile nel cantautorato. Mi piace il taglio che da Monina dicendo che Calcutta con cappellino, pancetta, una cantautrice così non sarebbe mai potuta esistere”.
Non si rischia nel rivendicare uno spazio in questo modo di sottolineare solo una differenza di genere?
“Io penso che questo tipo di rischio possa esistere, però il pubblico non è sordo e se si da possibilità alle cantautrici di esprimere il proprio pensiero musicale poi è sempre il pubblico che decide. Se hai la visibilità che ti può dare il palco del 1° maggio, il palco di San Remo, la programmazione di Rock in Roma dove non ci sono donne, è chiaro che l’esposizione mediatica ti da la possibilità di essere vista da molte persone quindi di essere apprezzata e messa in risalto.
Ma poi è sempre la musica che diventa democratica e che diventa il principio secondo il quale le persone vogliono ascoltarti o meno. E’ vero che adesso c’è la rete che è molto democratica, basta essere presente con videoclip canzoni ecc per essere conosciuti. Penso però che la rete sia un grande oceano che se ci metti una goccia nessuno se ne accorge. Non bisogna pretendere di essere un musicista solamente perché sei donna, ma sembra invece il contrario che in questo momento si accetta che ci siano solo musicisti maschili. La cosa pazzesca è che gli uomini poi nelle loro canzoni parlano di donne, le elogiano, dei rapporti amorosi, ma la cosa incredibile è che non ci sia una voce che descrive il sentimento e il punto di vista femminile, come se questo mondo potesse essere guardato solo attraverso un filtro maschile”.
Quanto tempo è che fai la cantante?
“Nel 2008 a 23 anni ho partecipato alla prima edizione di Xfactor poi sono stata eliminata ma sono seguiti appuntamenti in uffici discografici, ma ero troppo giovane e non ho saputo gestire il momento e non ero affiancata da persone che hanno saputo sostenere le mie debolezze, anzi ci hanno mangiato intorno, quindi mi sono allontanata dal mondo della musica per un paio di anni concludendo i miei studi e specializzandomi in Comunicazione d’Impresa, lavorando per una Multinazionale in seguito. Dopo due anni ho sbroccato.Ho capito che della musica non posso fare a meno, mi sono allontana pubblicamente ma non l’ho mai lasciata.
La voce è dentro di me è un mio valore e quando si ignora un tesoro si vive nella povertà. La musica è un filtro attraverso la quale guardo il mondo e che mi permette di sviluppare sentimenti positivi che mi fanno sentire meglio come persona”.
Articolo di Massimo Guitarrini