Intervista al Responsabile Servizio Civile UILDM Matteo Falvo, qualche giorno prima della sua ultima Assemblea Nazionale. Matteo dal 2001 è il Responsabile del Servizio Civile della UILDM. Dopo anni di collaborazione, cogliamo l’occasione per tracciare un bilancio della sua lunga attività e per riflettere sul ruolo che il volontariato ricopre nella UILDM
Tra qualche settimana lascerai questa carica dopo ben diciotto anni di impegno in UILDM in questo ambito: anni importanti per la UILDM e per il Servizio Civile. Hai facilitato il passaggio dal Servizio Civile sostitutivo del servizio militare – quello legato agli obiettori di coscienza – al Servizio Civile su base volontaria. Sappiamo che i valori di riferimento del SC non sono cambiati: pace, nonviolenza, solidarietà… però che cosa è cambiato secondo te in questi diciotto anni?
“Beh è cambiato tutto… la mentalità soprattutto. Ho visto i giovani cambiare, quelli che sono venuti a fare servizio sono cambiati a 360 gradi. Vivere certe situazioni di gravità dei nostri ragazzi li ha cambiati, ha migliorato la loro vita. I giovani hanno cominciato ad amare la vita e a fare del bene al prossimo, cosa che prima non sapevano o non facevano. In questa particolare età e in questo momento storico magari si è più egoisti, invece questi ragazzi sono cambiati notevolmente.
In più è anche cambiata tutta la struttura nostra, da due che eravamo ora c’è una bella struttura che funziona. E io devo dire grazie a voi tutti, che avete dato tanto alla UILDM: se ora il Servizio Civile Nazionale della UILDM funziona bene è merito vostro e questo ve lo voglio dire perché lo meritate”.
Grazie Matteo. Ripercorrendo questi diciotto anni quale è stato per te il momento più bello nello svolgere questo incarico di Responsabile di Servizio Civile?
“Il vedere maturare il nostro servizio piano piano. Siam partiti in due, come ho detto prima, e ora c’è una struttura che funziona perfettamente. E questa è stata la soddisfazione più grande, vedere che il nostro Servizio Civile è apprezzato, funziona bene e dà tanto a tutte le nostre sezioni. Attività che prima le nostre sedi non riuscivano a fare ora vengono realizzate con amore e con più slancio grazie al Servizio Civile. I volontari hanno portato una mentalità nuova nella UILDM, anche nelle nostre sezioni”.
Tornando al ruolo del SC in UILDM – ricordiamo che la convenzione del Servizio Civile della UILDM risale alla fine degli anni Settanta. Dal ‘78-‘79 le Sezioni hanno iniziato ad accogliere obiettori di coscienza prima e poi, con l’accreditamento nuovo nel 2001, anche i volontari in SC – perché è stato ed è ancora così importante il SC in UILDM?
“Perché le nostre sezioni, come si sa, sono di grandezza diversa e di conseguenza hanno mezzi diversi. E i giovani del Servizio Civile hanno portato una forza nuova. Sembra una cosa banale ma andare a casa dei nostri ragazzi e collaborare con loro, anche attraverso cose semplici come uscire o portarli ad esempio a mangiare una pizza, è una cosa preziosissima. Hanno portato un contributo importante e liberato le forze dei genitori che seguono i propri figli con disabilità sin da bambini. Il SC ha portato una novità grandissima che è la libertà, l’amore reciproco, quei sentimenti che oggi tendono a scomparire e che io invece vedo di nuovo in loro. Attraverso questi vedo rinascere le famiglie, c’è stata una ventata di novità, si sono create amicizie profonde. Ci sono ragazzi che hanno concluso la loro esperienza di servizio civile 7-8, anche 10 anni fa, e ancora sono presenti nelle sezioni e nelle vite dei nostri ragazzi. Si è creato un legame affettivo che è poi diventato amicizia, anche profonda, che prevarica ogni ostacolo”.
L’aspetto relazionale è tanto importante quanto l’impegno civico: non ha senso impegnarsi nel trasformare la società se non siamo disposti a trasformare le nostre modalità relazionali.
Matteo, se tu dovessi indicare una canzone, una colonna sonora, per te significativa dell’esperienza di questi anni, quale sceglieresti?
“Mi è sempre rimasta impressa, da quando l’ho ascoltata le prime volte, la canzone di Gianni Morandi C’era un Ragazzo…, famoso brano che mi ha preso il cuore perché contiene la storia di ogni ragazzo nostro, che ama la pace, vuole la serenità e la tranquillità e che però viene catapultato in una guerra che non ha scelto. Pace e serenità sono valori difficili da raggiungere, però piano piano possibili. Venendo alla UILDM i giovani hanno potuto scoprire tutte queste cose che prima non conoscevano”.
Un inno pacifista, quello di Morandi. Una canzone storica che parla di un ragazzo spensierato che amava i Beatles e i Rolling Stones ma che è costretto a partire per la guerra in Vietnam. I nostri ragazzi invece partono per l’esperienza di SC, che oggi scelgono su base volontaria e che al loro ritorno non avranno medaglie ma saranno più ricchi e forti delle relazioni che hanno instaurato, Matteo Falvo al prossimo giro dell’assemblea nazionale UILDM non ti presenterai come candidato per impegni famigliari. Sei papà di due figli, uno di questi, Roberto, è affetto da distrofia di Duchenne. Un ragazzo che ti dà tante soddisfazioni.
“Sì esatto. Ha 38 anni e mezzo, è un ragazzo d’oro, eccezionale, che ama la vita come non mai. Ha già preso due lauree e adesso gli mancano 4 esami per la terza in Teologia, dopo Scienze della Formazione/Educatore Professionale e la laurea specialistica in Pedagogia. Roberto ha una mente eccezionale e ha un carattere buono. È un ragazzo che ama la vita. Ama la musica classica, va spesso ai concerti, a teatro. Non ce la faccio più a prender biglietti, è sempre in giro!”.
Per chi non conosce la realtà UILDM tu sei un po’ l’emblema delle persone straordinarie che si trovano nella nostra associazione. Trentaquattro anni di militanza in UILDM, di cui diciotto con un incarico importante come quello di Responsabile di SC a livello nazionale.
“Esatto, sempre stato Responsabile e in più per dodici anni sono stato Segretario e ho svolto qualche altro incarico. La UILDM mi ha assorbito molto insomma, ma ho avuto anche tante soddisfazioni: la gioia più bella della vita è quella di voler bene al prossimo e fare qualcosa per il prossimo. La mia filosofia di vita è sempre stata questa, aiutare gli altri. L’ho fatto volentieri e con amore, però adesso tiriamo i remi in barca visto che sono passati diciotto anni… e largo ai giovani! Spero che i giovani della UILDM siano cresciuti. C’è una generazione nuova che viene a rafforzare quello che è stata e quello che sarà la UILDM del futuro”.
Quando hai iniziato che situazione hai trovato e cosa lasci in eredità a questa nuova classe dirigente?
“Come ho detto prima eravamo in due che ci occupavamo del servizio di obiezione di coscienza. Poi nel 2003-2004 ci siamo impegnati. Mi ricordo Sergio Salmaso ed io, poi si è aggiunto Oriano Bacchin che ha collaborato con noi per il servizio civile. Poi siete arrivati voi: tu e il buon Enrico che ora sta in Norvegia, poi Massimiliano Patrizi, infine la Luisa Primiceri e per ultimo Edoardo Scuderoni. Abbiamo cambiato il modo di pensare delle nostre Sezioni verso il SC, prima con gli obiettori e successivamente con i volontari. Adesso è una struttura che funziona molto bene e io per questo vi dico ancora grazie, perché siete voi le persone più importanti che portano avanti il nostro progetto. Io vi ringrazierò sempre e, anzi, spero di rimanere ancora amico vostro per tanti anni e se avrete bisogno sarò sempre a vostra disposizione”.
Articolo di Massimo Guitarrini