Ne hanno fatta di strada, i Giochi Paralimpici. In settant’anni giocati con tenacia, hanno saputo imporsi e ottenere la dignità che spetta loro. Ripercorriamone le tappe attraverso la nostra cronistoria
Tutto iniziò nel 1948, quando la direzione del Centro delle lesioni spinali dell’ospedale di Stoke Mandeville (un paesino vicino Londra), dove venivano ricoverati i soldati e i piloti inglesi gravemente feriti, fu affidata al neurochirurgo tedesco Ludwig Guttmann, che capì subito l’importanza dello sport riabilitativo nei suoi pazienti, che recuperavano l’autostima e la vita sociale. Cominciò con la palla medica fino al basket in carrozzina.
1952: Guttmann organizzò la prima competizione per i veterani della Seconda Guerra Mondiale con danni alla colonna, che prendeva il nome di “Giochi Internazionali di Stoke Mandeville”, a cui parteciparono anche ex soldati olandesi. In Italia il lavoro di Guttmann fu ripreso dal medico e chirurgo Antonio Maglio, direttore del Centro Paraplegici di Ostia “Villa Marina”, che promosse la prima edizione delle Paralimpiadi.
1960: i Giochi Paralimpici furono organizzati a Roma, dove circa 209 atleti, provenienti da 17 Paesi, sfilarono davanti a 5000 spettatori e si sfidarono in 8 discipline sportive: atletica leggera, biliardo, nuoto, pallacanestro in carrozzina, scherma in carrozzina, tennistavolo, tiro con l’arco e tiro del dardo. L’Italia conquistò 80 medaglie, di cui 29 d’oro.
1964: ospitati a Tokyo, parteciparono 375 atleti, da 20 Paesi, che si sfidarono in una nuova disciplina: il sollevamento pesi. Fu anche introdotta la carrozzina da corsa. In questa seconda edizione emerse l’arretratezza dell’Italia, che non era rappresentata da Federazioni o dal Comitato Paralimpico Nazionale. Gli Stati Uniti conquistarono il primo posto, con 123 medaglie, di cui 33 d’oro. L’Italia si classificò terza con 45 medaglie (14 ori).
1968: si sarebbero dovuti disputare in Messico ma il progetto naufragò a causa del mancato sostegno del Governo messicano, che mostrò riluttanza nel fornire l’accesso alla città ai disabili, perciò vennero organizzati a Tel Aviv per celebrare il ventesimo anniversario della nascita dello Stato d’Israele. Parteciparono 750 atleti, provenienti da 29 Paesi, che sfilarono davanti a 10mila spettatori. Venne aggiunta la disciplina delle bocce. In vetta al medagliere ci sono sempre gli Stati Uniti con 99 titoli (33 ori), quinta l’Italia con 39 medaglie (12 ori).
1972: disputati a Heidelberg in Germania, parteciparono circa 1.000 atleti, provenienti da 41 Paesi. Per la prima volta fu utilizzato il touch pad per il rilevamento dei tempi in piscina e fu inventata la “tenda birra”. una zona dedicata alla socializzazione tra atleti. La Germania Ovest vinse 67 medaglie (28 ori) mentre l’Italia arrivò nona con 17 medaglie (8 ori).
1976: si svolsero a Toronto, intervenirono 1.600 atleti, per la prima volta furono ammessi anche gli amputati e i non vedenti, arrivati da 32 Paesi. Fu aggiunta la pallavolo alle discipline sportive e furono introdotte le gare dimostrative di goal-ball e di tiro a segno. Gli Stati Uniti ottennero il primo posto grazie alle 154 medaglie (66 ori); solo venticinquesima l’Italia con 18 medaglie (2 ori).
1980: organizzati ad Arnhem (Paesi Bassi); aderirono 1.900 atleti, di 62 Paesi, divisi in 4 categorie: gli amputati, i cerebrolesi, i disabili visivi e i disabili in carrozzina. Furono introdotti il goal-ball, il tiro a segno e la lotta, come discipline sportive. Primi sempre gli Stati Uniti con 195 medaglie (75 ori), mentre l’Italia si posizionò ventesima con 8 ori su 20 medaglie.
1984: fu l’edizione più grande di sempre, si disputarono tra New York e Stoke Mandeville. Parteciparono 2.100 atleti, provenienti da 54 Paesi, divisi in 4 categorie: paralisi cerebrale, disabili visivi, amputati e non vedenti che gareggiavano a New York, mentre gli atleti in carrozzina a Stoke Mandeville. Dato che numerosi atleti erano americani, gli Usa vinsero 397 medaglie, di cui 137 ori, mentre l’Italia, ventunesima, conquistò 42 medaglie (9 ori) e si contraddistinse Luca Pancalli nel nuoto con 3 ori e 2 argenti.
1988: per la prima volta nella storia, Seoul ospitò sia le Olimpiadi che le Paralimpiadi. Durante la cerimonia di apertura gli atleti disabili furono applauditi come i normodotati. In totale erano 3mila, provenienti da 60 Paesi, che si sfidarono in nuove discipline come l’arco, il calcio a 7 un lato, il judo, le bocce su prato e il tennis. Primi classificati gli Stati Uniti con 269 medaglie (91 ori), di cui 10 della nuotatrice non vedente Zorn; per l’Italia si riconferma Luca Pancalli che vince 3 ori e stabilisce il record del mondo sui 50 metri e sui 100 metri stile libero e per le donne l’esordiente Francesca Porcellato, che vince l’oro nei 100 metri in carrozzina.
1992: organizzati a Barcellona, parteciparono circa 3mila atleti da 83 nazioni. Sempre primi gli Usa con 175 medaglie (75 ori).
1996: ospitati da Atlanta, parteciparono circa 3.250 atleti, da 104 Paesi, che si sfidarono in nuove discipline quali l’equitazione, la vela e il rugby. Questa edizione fu la prima che ricevette la sponsorizzazione per una cifra record di 81 milioni di dollari. Gli Usa si riconfermano al primo posto con 157 medaglie (46 ori); per l’Italia si contraddistinsero il nuotatore Luca Pancalli, l’arciera Paola Fantato e l’atleta Alvise De Vidi.
2000: allestiti a Sidney. Salì il numero degli atleti a oltre 4mila provenienti da 123 Nazioni. Purtroppo si ricordano come i Giochi che ebbero il maggior numero di test positivi anti doping e per lo scandalo della squadra spagnola di basket per disabili intellettivi, che portò 10 giocatori su 12 senza disabilità. Per la prima volta vennero trasmesse le gare in streaming (quasi 100 ore) e il sito ufficiale contò circa 300 milioni di contatti, mentre in Italia fu dedicata una striscia quotidiana su Rai Sport. L’Australia si classificò prima con 149 medaglie, di cui 63 ori.
2004: disputati ad Atene. Parteciparono circa 3.800 atleti, provenienti da 135 Nazioni. Furono trasmessi in 49 Paesi con 1 miliardo e 600mila telespettatori. Al primo posto si classificò la Cina con 141 medaglie (63 ori). Da sottolineare che nel 2003 in Italia la Fisd (Federazione Italiana Sport Disabili) si trasformò in Cip (Comitato Italiano Paralimpico).
2008: ospitati da Beijing (Cina), si sfidarono circa 4mila atleti di 146 nazioni, in una nuova disciplina: il calcio a 5 un lato. Continua lo strapotere della Cina, che conquista 211 medaglie (89 ori).
2012: organizzati a Londra, parteciparono circa 4.250 atleti provenienti da 164 Paesi. Ci fu il record di biglietti venduti: oltre 2,7 milioni grazie alla campagna social #meetthesuperhumans, e ben 500 ore di trasmissioni dedicate, che tennero incollati allo schermo 4 milioni di telespettatori, dei quali 6,3 solo per la gara di atletica tra Pistorious e Peacock. Nel medagliere sempre la Cina al primo posto a quota 231 medaglie (95 ori), mentre l’Italia ne conquistò 28 (9 ori).
2016: allestiti a Rio de Janeiro, furono la prima Paralimpiade estiva ad essere disputata in una stagione invernale e nell’America Latina. Si sfidarono circa 4.300 atleti provenienti da 160 nazioni, in 22 discipline sportive con l’introduzione del kayak, del canottaggio e del triathlon. Sempre prima la Cina con 245 medaglie (107 ori), mentre si classificò nona l’Italia a quota 39 medaglie (10 ori).
La prossima edizione delle Paralimpiadi si svolgerà a Tokyo nel 2020.
Articolo di Lucia Romani