Non è fantascienza, ma quanto annunciato dall’amministrazione di Roma Capitale in occasione dell’ultima Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità. Non tarda ad arrivare l’ironico commento di un nostro redattore
La Sindaca Raggi e il suo collaboratore, il disability manager Andrea Venuto, vogliono dichiarare guerra ai furbetti del contrassegno auto disabili. Lo hanno annunciato addirittura in occasione delle Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità. I cittadini romani che sopravvivono in una delle Capitali più inaccessibili d’Europa, con i mezzi di trasporto pubblici tra i peggiori del continente, da qualche settimana possono dormire sonni tranquilli. Infatti, nella conferenza stampa di questo evento promosso dalle Nazioni Unite, la Sindaca ha annunciato che la Polizia Municipale sarà dotata di quaranta pistole laser, che individueranno gli spacciatori di pass invalidi contraffatti o fotocopiati.
Probabilmente si creerà la “Rome Forgery/Fraud Unit Metropolitan Police Department” (sappiamo che all’amministrazione piacciono gli inglesismi). Sicuramente, l’unità speciale dovrà essere investita anche da poteri speciali visto che i quaranta “pizzardoni scelti”, equipaggiati da pistole laser da far invidia a Tony Stark, dovranno controllare 60mila contrassegni invalidi; esattamente 1500 per ogni agente, che dovrà battere il territorio di una delle metropoli più estese dell’Unione Europea. L’obiettivo dichiarato dall’amministrazione capitolina, è di recuperare 2 milioni di euro di mancati introiti ogni anno a causa di delinquenti in possesso di contrassegni fotocopiati, scaduti, falsi o non più validi.
Già immaginiamo appostamenti e mimetizzazioni dietro cassonetti straripanti di rifiuti oppure vigili urbani undercorver (sotto copertura) al parcheggio riservato di qualche Asl, pronti a multare manigoldi senza scrupoli dotati di pass falsi.
Grazie a queste quaranta armi laser speciali, oggi la banda del torchio di Roma, spacciatrice di contrassegni invalidi falsi, ha decisamente le ore contate!
Articolo di Massimo Guitarrini