Il gruppo musicale è in giro per l’Italia in tour, cinquant’anni di carriera, canzoni e successo. In provincia di Alessandria, un loro live è al centro di una vicenda spiacevole.
La buona musica non si spegne mai, passano le stagioni e si rinnova, così come gli eventi legati ad essa. Dopo i tour estivi, ogni artista si prepara per l’autunno e l’inverno. Singoli, in-store, concerti negli stadi e nei palazzetti. O anche all’aperto. Come nel caso dei Nomadi, da cinquant’anni in giro per l’Italia (e non solo), che per definizione non stanno troppo al chiuso. Il loro itinerario di concerti prosegue, date su date, perché “la storia continua”, come si legge sulle locandine che anticipano i loro live. Musica abbinata ad impegno sociale: infatti, il gruppo è da sempre sensibile a determinati temi e da anni collabora con l’Associazione Crescerai, un ente non commerciale che ha come scopo istituzionale la promozione e lo sviluppo di aiuti umanitari e opere di solidarietà in diversi paesi nel mondo.
Del resto, tutto il mondo è paese, quindi, determinate situazioni e meccanismi si verificano ovunque. Allora, torniamo a parlare di accessibilità durante i concerti, come avevamo già fatto quest’estate in occasione del Postepay Rock in Roma. Stavolta, lasciamo la Capitale per spostarci a Sale (in provincia di Alessandria) dove Fiammetta Merlo, una giovane ragazza di Tortona, avrebbe voluto andare per vedere i Nomadi insieme al suo ragazzo Matteo. Fin qui nulla di strano, anzi, tutto nella norma. Se non fosse che il ragazzo ha una serie di fratture scomposte alla testa dell’omero e diverse contusioni ad una gamba, inoltre è stato operato ad un braccio. Nonostante stia facendo riabilitazione, utilizza ancora il tutore ed una stampella. Sabato 23 settembre, i due chiamano la Promedia Eventi – organizzazione a cui è stato assegnato il concerto – per spiegare la situazione e la disabilità del giovane. Inizialmente era stato detto loro che c’erano ancora dei tagliandi disponibili, tuttavia, non appena Matteo ha iniziato a mettere in chiaro le sue esigenze (una sedia o la possibilità di avere un posto riservato, data la particolare condizione) sono cominciate le prime titubanze: Promedia ha dapprima negato la presenza di posti riservati, per poi specificare di avere a disposizione esclusivamente dei posti a sedere al lato del prato ma non potevano riservarli anticipatamente. Chi prima arriva meglio alloggia, insomma. Dunque, Fiammetta, davanti a questa politica, non si perde d’animo e chiede di poter portare una sedia da casa per ovviare ad ogni problema. Anche questa possibilità le viene negata, senza apparente motivo, invitandola a far sedere il suo compagno su un panno, visto che l’evento è su un campo sportivo.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso. Se la ragazza precedentemente era stata accomodante, dopo aver ricevuto questa risposta fuorviante e senza logica, sceglie di alzare la voce e farsi sentire. Arriva a contattare persino la band, la quale risponde dopo un giorno attraverso la sua pagina Facebook ufficiale: “Ci spiace, i posti a sedere lateralmente c’erano e in quelle condizioni vi avrebbero sicuramente fatto sedere. In genere, davanti al palco c’è sempre il posto per le persone con disabilità e i bambini. Se noti, anche nella foto del concerto è visibile. Non so con chi avete parlato, se fosse stato l’organizzatore o noi, sicuramente una soluzione si trovava”.
Fiammetta ha precisato di essersi rivolta alla Promedia, visto che quello era il nome sotto al numero che compariva sulla locandina in merito a tagliandi e informazioni. Li abbiamo chiamati anche noi di FinestrAperta. Nessuna risposta da parte loro. Allora, per un ulteriore scrupolo, facciamo fede alle parole della band: “Se aveste chiamato noi, una soluzione si trovava”. Quindi, ci mettiamo in contatto con loro, precisamente con il booking e management. I “Segnali Caotici” – così denominati – non si fanno attendere. Risponde una signora molto cortese, probabilmente Daniela Campioli (referente principale che compare sul sito ufficiale), la quale non esita a darci informazioni per quanto riguarda la data successiva: quella del 24 settembre a Casalguidi di Serravalle Pistoiese, in Piazza Gramsci, ore 21.30. Ingresso gratuito. La situazione è delicata e merita chiarimenti adeguati, per questo il booking ci fornisce il numero di quello che presupponiamo essere l’organizzatore: “Pietro, dite che vi abbiamo passato noi il recapito”.
L’uomo risponde gentilmente e ci fornisce tutte le indicazioni che avrebbe dato a una qualsiasi persona con disabilità interessata all’evento. Stavolta, però, i toni e gli atteggiamenti cambiano: probabilmente, presentarsi immediatamente come spettatori con disabilità, deve aver giovato. “I posti riservati per persone con disabilità ci sono, la visibilità è ottima, sareste davanti al palco. Tuttavia, se lei è sulla carrozzina non c’è problema, altrimenti deve stare in piedi perché sedie non ce ne sono”. Quindi, l’accompagnatore eventuale non avrebbe il posto a sedere a meno che non voglia mettersi sull’erba o sull’asfalto, perché è un concerto all’aperto. In una piazza. E questo la band l’aveva detto, aveva specificato anche di avere spazi prestabiliti per persone con disabilità motoria. Ci sono anche quelli. Dunque, gli chiediamo maggiori delucidazioni. Ad esempio, come potremmo fare se volessimo portare con noi un amico con disabilità che sia in grado di camminare ma non per troppo tempo: “Eh, per quello non c’è problema. Sedie non ce ne sono, ma si trova comunque una soluzione”. Dinnanzi a questo spiraglio d’ottimismo, tentiamo l’azzardo: “E se portassimo una sedia da casa, per evitare problemi?”. Pietro, senza troppi giri di parole, ammette che “non si potrebbe” ma in tal caso – vista la situazione – “possiamo stare tranquilli” e portare ciò che serve. Anzi: “Semmai, la facciamo trovare lì noi in qualche modo”.
Niente panni per sedersi, nessuna scortesia, molta cordialità e altrettanta voglia di mettersi a disposizione del pubblico. Nomadi sì, ma evasivi mai, o quasi. La band si è mostrata disponibile e presente, altrettanto l’organizzazione pistoiese. Quindi, la domanda da porsi è: come può spiegarsi una simile metamorfosi tra una data e l’altra? L’impressione è che nemmeno il gruppo musicale sapesse chi fossero determinati soggetti ad Alessandria, sicuramente sono gli stessi che hanno ignorato le nostre chiamate. Cosa che, invece, non è accaduta in Toscana. Dato che è palese quanto la band abbia a cuore determinate esigenze (che dovrebbero stare a cuore a molti), forse è il caso di verificare meglio a chi affidarsi per la diffusione dei ticket e dell’evento. Visto che “non so con chi avete parlato” lascia più dubbi che certezze sulla Promedia Eventi. L’accessibilità passa anche e soprattutto attraverso la reperibilità di informazioni e la professionalità di chi le fornisce. Non sempre queste cose collimano adeguatamente. L’armonia non esiste soltanto nelle canzoni, applicarla nella vita vuol dire non complicare le cose più di quanto lo siano già.
Articolo di Andrea Desideri