Quando si parla di persone con disabilità, molto spesso, ci si interroga su vari aspetti che riguardano quasi sempre la vita della persona. Ogni disabilità deriva da una patologia, figlia di una condizione, che sia neonatale o acquisita. In entrambi i casi l’esistenza di qualcuno cambia, si modifica, bisogna imparare a guardare il mondo da una prospettiva differente. Le capacità di adattamento variano in base al carattere, ed alle situazioni, di ognuno. Ecco perché si presta sempre e soltanto attenzione ai diretti interessati, coloro che vivono la disabilità sulla propria pelle e cercano di riacquistare – per quanto possibile – un’indipendenza all’interno del proprio vissuto. Accanto ad una persona con disabilità, però, ci sono quasi sempre molte figure che lo accompagnano. Possono essere operatori, volontari, personale qualificato o semplicemente familiari ben disposti. In quest’ultimo caso, stiamo parlando di caregivers: persone della famiglia che si prendono cura di parenti anziani e con disabilità, a tutti gli effetti, 24 ore su 24. Secondo l’ISTAT in Italia sono oltre tre milioni, si tratta per lo più di donne di oltre 45 anni.
Nel resto d’Europa, il caregiver è riconosciuto legalmente e tutelato. Infatti, le legislazioni nei diversi stati europei prevedono tutele specifiche per ogni persona che sceglie di ricoprire questo ruolo: supporti di vacanza assistenziali, benefici economici e contributi previdenziali. Accorgimenti vigenti in paesi come Francia, Spagna e Gran Bretagna ma anche in Polonia, Romania e Grecia, al fine di garantire una piena inclusione sociale e professionale che supporti – non sopporti – la disabilità. Da noi, invece, il riconoscimento della qualifica di caregiver familiare tarda ad arrivare pur essendo una figura pienamente indispensabile nello sviluppo di crescita e maturazione delle persone con disabilità (che già opera in sordina). Di questo e molto altro vogliono parlare al centro anziani di Villa Leopardi, a Roma, giovedì 23 marzo, le onlus “Giovanna D’Arco” e “Oltre lo sguardo”, nella tavola rotonda “Il caregiver familiare: tra tanti doveri e pochi diritti”. Durante la tavola rotonda si confronteranno sul tema: Massimiliano Luciani, Ph di psicologia, professore presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore che presenterà lo studio “Invisibili ma Indispensabili, la figura del caregiver famigliare”; Stella Luciano, psicoterapeuta che centrerà la sua analisi sugli aspetti comunicativi ed emotivi nella relazioni di aiuto. Come cambiano gli assetti famigliari; la senatrice Laura Puppato firmataria del DDL n. 2128 Norme per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare.
Proprio la Puppato, in vista dell’incontro, ha recentemente ribadito: “È fondamentale dotarsi di una tutela giuridica dei caregiver familiari, persone, soprattutto donne, che si dedicano all’assistenza praticamente 24 ore al giorno dei loro cari, perlopiù senza una formazione specifica. Il dispositivo presentato in Parlamento mira proprio a garantire ai caregivers assistenza professionale e possibilità di coordinare lavoro e cure. Il mondo del Terzo Settore in genere è in fase di grande sviluppo e nei prossimi anni serviranno continui aggiustamenti della legislazione, questo è uno dei primi passi da compiere”.
Nel corso del dibattito, che si terrà in via Makallè 9 a partire dalle 17.30, sono stati invitati a portare le loro testimonianze: il Presidente della Consulta cittadina permanente sui problemi delle persone con disabilità, Umberto Emberti Gialloreti; l’assessore alle politiche sociali e sanitarie del II Municipio Cecilia D’Elia; la Consulta H del Municipio II; le associazioni territoriali impegnate sul tema degli anziani e disabili. Questa è solo la prima di una lunga serie d’iniziative che vedranno protagoniste le onlus “Giovanna D’Arco” e “Oltre lo sguardo”, infatti, a partire da quest’incontro, saranno promossi seminari di formazione e di aggiornamento per caregiver. “Lo scopo è tutelare dal punto di vista psicologico “colui che si prende cura” di familiari anziani e/o disabili. Tale percorso si rende necessario per rafforzare la consapevolezza e la capacità di resilienza, allontanare il burnout senza trascurare il proprio io”, lo ha precisato Elena Improta – presidentessa di “Oltre lo sguardo onlus” e promotrice della manifestazione –.
Articolo di Andrea Desideri