Dall’Obamacare al Trumpcare: come cambia la riforma sanitaria in America? Sono passati pochi mesi dall’insediamento di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti d’America e già è tempo di proiettarsi nel futuro, per cercare di anticipare le conseguenze della nuova politica. Come ben sappiamo, la sanità è stato uno degli argomenti più discussi dal repubblicano, che non ha mai nascosto l’esigenza di cambiare radicalmente le riforme apportate dal suo predecessore. Eppure Obama ha chiesto al neo presidente di fare attenzione all’Obamacare. Una richiesta che, si pensa, sarà di difficile attuazione, visto che pochi mesi prima lo stesso Trump tweettava apertamente contro la riforma sanitaria del democratico: «Cari cittadini, date retta a me: tenetevi ben stretto il vostro medico di fiducia e non date retta ad Obama», per esempio.
Dall’Obamacare …
Per capire il passaggio tra le due riforme, è bene studiarle. Il 25 marzo 2010 venne approvato il Patien Protection and Affordable Care Act, ai più noto come Obamacare. La legge poggiava le basi su diversi pilastri significativi: ciascuno cittadino doveva dotarsi di un’assicurazione sanitaria, altrimenti incappava in una multa; nessun ente assicurativo poteva rifiutarsi di stipulare una copertura a causa dei trascorsi clinici o delle attuali condizioni di salute di un dato paziente; lo Stato federale si impegnava a garantire sussidi legati agli stipendi per contribuire all’acquisto di una copertura sanitaria (così anche i cittadini meno abbienti potevano permettersela); i datori di lavoro con più di 50 dipendenti dovevano contribuire alla spesa in assicurazioni sanitarie dei loro dipendenti.
Alcuni risultati raccolti nei quasi otto anni di vita dell’Obamacare sembrano positivi. Nell’ottobre 2013, quarantadue milioni di cittadini americani erano senza copertura assicurativa, nel marzo 2015 la cifra scese a 28,9 milioni. In sostanza, circa 13 milioni di persone ricevettero una copertura sanitaria, di cui 11,4 milioni grazie ai sussidi federali. Invece altri cittadini, ben 8 milioni, hanno utilizzato tali sussidi per migliorare la propria assicurazione, altri grazie all’espansione del Medicaid (programma sanitario federale per i più poveri). Quindi, l’Obamacare è vista come una riforma storica, in quanto il sistema sanitario statunitense è prevalentemente di natura privata. Con questa manovra, Obama ha voluto sfidare proprio i privati, allargando la copertura medica anche ai cittadini con basso reddito – scelta fortemente contrastata dalla parte repubblicana. Inoltre, i sondaggi reputavano la riforma non popolare, in quanto circa la metà degli americani possedeva già una copertura sanitaria compresa nel proprio contratto di lavoro.
… al Trumpcare
Trump cambierà quasi totalmente l’Obamacare. Prima della sua elezione ufficiale, la campagna del repubblicano veniva descritta come una strada favorevole ai ceti più abbienti. In tono ironico, molti hanno paragonato le sue promesse allo scenario futuristico di Biff Tannen, personaggio ideato da Robert Zemeckis in Ritorno al Futuro – II. Dalle prime stime, sembra che gli Stati Uniti faranno questa fine.
L’American Health Care Act, meglio noto come Trumpcare, poggia il suo programma su diverse modifiche: l’introduzione dei crediti di imposta basati su età e reddito (permetterà agli americani che non hanno assicurazioni legate alla loro professione di comprarne una sul libero mercato); sparirà l’obbligo individuale ad assicurarsi; le campagne assicurative avranno la facoltà di aumentare del 30% i premi ai danni dei non assicurati; non ci saranno più i sussidi rivolti agli americani a basso reddito; il Medicare sarà sottoposto a revisione e non avrà un’estensione dei fondi nel 2020; verranno cancellate le imposte sui più ricchi, sulle assicurazioni e sulle case farmaceutiche.
Se questi presupposti non bastassero, ci ha pensato il Congressional Budget Office a inquadrare la situazione nel dettaglio. Il 13 marzo 2017, infatti, il CBO ha pubblicato una sua stima riguardo gli effetti economici e sociali che il Trumpcare potrebbe determinare. Ad esempio, l’abolizione dei sussidi federali per i ceti meno abbienti dovrebbero produrre una riduzione del deficit di 337 miliardi di dollari entro otto anni. Non si tratta, però, dell’unico taglio sensibile presente nel programma. Trump ridurrà i fondi del Planned Parenthood, impedendo così ai pazienti di basso reddito e ai cittadini che utilizzano Medicaid di accedere a trattamenti sanitari importanti. Tutto ciò dovrebbe contribuire ad un risparmio di 178 milioni di dollari nella casse del governo. Non ci vuole un genio per capire che i soldi risparmiati arriveranno da famiglie e persone povere, che abitano in posti dove non esistono alternative a basso costo per servizi medici rilevanti, come i Pap Test, le mammografie o i test per le malattie sessualmente trasmissibili. Di conseguenza, è ipotizzabile pensare alla riduzione dell’accesso ai contraccettivi, con un possibile aumento delle gravidanze indesiderate.
Eppure, nel 2010 in Texas una bozza del Trumpcare fu messa in atto. I fondi per il family planning furono tagliati di due terzi e fu impedito al Planned Parenthood di accedere a quel poco che restava. Nel 2013, la campagna Nuestro Texas mise in luce come questi tagli impedirono a ben 144 mila donne, prevalentemente di origine latina, di accedere ai servizi del family planning. Inoltre, fu registrata la chiusura del 28% delle cliniche della Lower Rio Grande Valley, con il conseguente rialzo dei costi di quelle rimaste aperte. D’altro canto, i repubblicani texani hanno provato a riabilitare i fondi, principalmente però verso quei primary care providers che non rispondevano ai bisogni effettivi delle aree più povere. Alcune delle storie riportare da questa campagna narrano di donne costrette a scappare in Messico per reperire servizi medici a basso costo o per non incappare nella scelta tra un Pap Test e far mangiare i propri figli. Altre, invece, si sono ritrovate a non riuscire a pagare una mammografia, arrivata a costare anche migliaia di dollari, e a vivere senza sapere di avere il cancro o meno.
Con questa riforma, Trump sembra proprio voler esprimere un concetto disumano: se sei povero, dovrai cavartela da solo.
Articolo di Angelo Andrea Vegliante