Si scrive Federico Zampaglione, si legge Tiromancino. Il cantautore romano ha dato vita alla band di cui è frontman da quasi trent’anni, portando nella musica italiana diverse sonorità, con suggestioni elettroniche applicate a melodie acustiche. La band conta ben tredici album dal 1992 al 2016, tante collaborazioni con il mondo del cinema, che Zampaglione non disdegna dopo aver diretto tre lungometraggi, attraverso la creazione di colonne sonore per Ozpetek, Verdone, Lucini e tanti altri. Ora i Tiromancino sono impegnati in un tour teatrale ricco di date e la creazione di un nuovo album sembra essere alle porte. Zampaglione ha scelto FinestrAperta per parlare di sé e della sua carriera in evoluzione.
Hai sempre fatto sperimentazione musicale, coniugando il cantautorato con la musica elettronica e melodica: quanto è complesso far risaltare un testo attraverso certe sonorità?
Dunque, io parto sempre dalla canzone in versione più semplice possibile. Il brano deve essere forte e convincente anche se suonato con un solo strumento. Questo è il punto di partenza, poi una volta appurato in quali parti si può lavorare, c’è un discorso di arrangiamenti e lì apporto varie modifiche. Parto comunque da un punto fermo, che mi dà solidità.
La tua musica è sempre stata, in qualche modo, accostata al cinema: cosa deve avere una canzone per poter essere la colonna sonora di un film?
Noi facciamo delle musiche abbastanza cinematografiche già di nostro nei dischi, il che significa un utilizzo molto solido di atmosfere, di momenti anche sospesi. Quando la canzone è troppo sintetizzata, troppo diretta, magari non evoca tante immagini. Nel cinema è bene lasciare spazio a canzoni che prestino un pochino il fianco alla fantasia e possano essere evocative al punto giusto.
Hai collaborato con i grandi nomi della musica italiana, c’è qualcuno per cui vorresti scrivere o comporre nel panorama musicale attuale?
Mi piacerebbe molto lavorare con Renato Zero, potrebbe succedere a breve. Lasciamo i puntini di sospensione (ride). Adesso non c’è nulla di definito, sarò ospite in uno dei suoi concerti, c’è molta stima reciproca, è un artista che a me piace tanto. Chissà che non venga fuori qualcosa di bello.
Dal tuo punto di vista musicale, meglio gli anni ’90 o il Duemila?
Negli anni ’90 c’era più coraggio e sperimentazione, il pubblico era più propenso a farsi trasportare anche da cose un pochino più ricercate. Oggi il gusto della massa si è un po’ uniformato e si ricercano canzoni immediatamente orecchiabili, c’è tanta produzione, tanto materiale in giro, e bisogna sforzarsi di mantenere alta la qualità.
Veniamo al tuo periodo da regista: dopo 3 lungometraggi, hai intenzione di tornare al cinema? Te l’hanno proposto?
Questo, per il momento, ancora non è in programma ma sicuramente, prima o poi, un film lo rifarò perché è una cosa che mi piace. Il mondo del cinema è anche molto affascinante dal punto di vista artistico. In questi anni, mi hanno proposto vari film ma non ho avuto tempo perché ero troppo preso dalla musica.
Ti abbiamo visto, sporadicamente, in veste di giurato: faresti mai un talent?
Non lo so, non ne ho idea. Bisognerebbe vedere in che contesto, così su due piedi è difficile scegliere, ci dovrei riflettere. Ai talent non sono né favorevole né contrario: dipende da cosa esce fuori e dal livello delle cose che vengono proposte. Se si producono dei talenti, bene. Altrimenti è solo televisione che non serve a niente.
Meglio cantare canzoni proprie o comporre per altri: a questo punto della carriera, cosa ti dà più soddisfazione?
Mi piacciono tutte e due le cose: diciamo che, a volte, scrivi versi e ti rendi conto che sono più adatti cantati da altri interpreti ed è bello comunque riuscire a portare a casa un bel risultato e sentire che comunque un’altra voce, su un pezzo che hai scritto, si sposa perfettamente. Altre volte, invece, ti accorgi che il pezzo è giusto per te, quindi lo tieni. Te ne accorgi a pelle, si capisce subito, dal tipo di canzone.
Il punto più basso e quello più alto del tuo percorso artistico.
Di punti alti e bassi ce ne sono stati tanti, riassumerli in uno è complesso, dato che è una carriera ormai molto lunga (quasi trent’anni). Quindi, insomma, è stata pregna di alti e bassi però complessivamente mi ritengo fortunato ad essere ancora qui ed avere sempre nuove idee. Sono molto fiero di essermi costruito una posizione di questo tipo nel panorama musicale italiano.
Torneresti a Sanremo?
Chissà, perché no, ci sono stato di recente e molto spesso come autore. Probabilmente, in qualità d’autore, ci sarò anche quest’anno. Ho scritto un pezzo per Chiara Crispo. Invece, in qualità di artista, lascio la porta aperta poiché se uno ha il pezzo giusto da portare su quel palco è sempre una vetrina importante.
Conosci bene Richard Benson: sembra esser disperato. Cosa pensi della vicenda che lo sta vedendo protagonista?
Io sto cercando di dargli una mano in tutti i modi, il vero problema è che Richard, di fondo, non accetta cure e ricoveri. Va contro le raccomandazioni e le segnalazioni dei medici, questo è il problema serio. E’ un amico a cui voglio molto bene, siamo amici anche con la moglie Ester, però purtroppo Richard se ne frega di tutto quello che i medici gli dicono. Quindi, al di là di quel che va dicendo nelle trasmissioni, quando poi il medico gli dice di ricoverarsi, si rifiuta. Resta a casa. Sono stati frequenti questi episodi, non è facile convincere Richard a fare qualcosa. E’ un personaggio particolare, io faccio sempre riferimento a quel che mi dice Ester: non si vuole ricoverare, quindi lei mi chiama disperata, io parlo con lui e mi promette che andrà in ospedale. Lo risento due giorni dopo e, invece, non si è ricoverato. E’ una “tarantella” che va avanti da un po’ di mesi, alla fine dipende solo da lui, la gente sta dimostrando di volergli bene. Forse, però, non si vuole bene lui.
Ci dai qualche anticipazione sul tuo prossimo futuro lavorativo?
Siamo ancora molto impegnati con il tour, io sto scrivendo diversi pezzi che poi con i ragazzi della band arrangeremo. Siamo molto focalizzati sul tour teatrale che ci sta coinvolgendo in toto. Forse ci sarà un nuovo album prossimamente, dato che i pezzi stanno venendo fuori. Vi prometto che tornerò a parlarvene con una nuova intervista (ride).
Articolo di Andrea Desideri