Aggiungi due posti in tavola, che ci sono due amici in più. Il Wheelchair hockey italiano non smette di evolversi e, da quest’anno, può contare nel proprio roster ben due nuove squadre: dal Piemonte arrivano i Fantino Boys Chivasso, mentre dalla Lombardia i The Kings Lecco, le cui compagini sportive hanno visto la luce grazie all’aiuto delle rispettive Uildm di sezione (Uildm “Paolo Otelli” di Chivasso e Uildm di Lecco).
CHIVASSO. Iniziano dai Fantino Boys, la cui nascita è legata a diverse ragioni. «La sezione Uildm “Paolo Otelli” di Chivasso, con Paola Chicarella e Dario Fantino, genitori di Gabriele, hanno deciso di creare l’Asd (Associazione sportiva dilettantistica) Fantino Boys Chivasso – sottolinea Renato Dutto, presidente della Uildm Chivasso -. L’obiettivo è duplice: ricordare Gabriele Fantino, un ragazzo di Villareggia (To) affetto da Distrofia Muscolare di Duchenne (mancato all’età di appena 15 anni durante un intervento chirurgico) e coinvolgere altri ragazzi con patologie neuromuscolari nello sport del Wheelchair hockey. Nel giugno scorso, per il sesto anno, abbiamo organizzato a Chivasso un torneo Memorial “Gabriele Fantino”, nella piazza centrale della città, per pubblicizzare questo sport e coinvolgere persone interessate a far parte della nascente squadra». Attivi già da qualche mese, ora la squadra si appresta ad affrontare diverse esigenze, come la disponibilità delle attrezzature per gli atleti: «La Uildm Chivasso ha aperto la sottoscrizione a favore dei Fantino Boys, con un contributo di 2.500 euro che, aggiunto ad altre offerte, ci ha permesso di acquistare la prima carrozzina elettrica della squadra. In questo momento le scarse finanze non ci permettono ancora di acquistare le rimanenti carrozzine e le altre attrezzature necessarie per i nostri atleti. Ci siamo attivati per partecipare a bandi, per sensibilizzare aziende e altre associazioni, allo scopo di reperire fondi. La nostra volontà è ragguardevole e crediamo fermamente di raggiungere gli obiettivi prefissati nell’arco di un anno».
Intanto, dai primi allenamenti, qualcosa sta già venendo fuori: «La maggior parte dei ragazzi che hanno provato fino ad ora gli allenamenti sono rimasti entusiasti di questo sport (per tanti di loro era la prima volta che usavano una sedia elettronica da hockey). Lo spirito combattivo e la leale competizione saranno le stelle polari dei nostri futuri atleti». Importante, a questo punto, è conoscere anche la risposta delle famiglie alla creazione del team (si pensi, soprattutto, ai genitori dei giocatori più piccoli): «In merito al coinvolgimento delle famiglie, va segnalato che per i giovani (età attorno ai 17 anni) vi è stato l’utile supporto di alcune fisioterapiste di un centro specializzato di Ivrea, che hanno saputo dare consigli a genitori e ragazzi su questo sport. All’inizio hanno provato anche dei ragazzi più giovani, alcuni dei quali però, in un secondo tempo, hanno rinunciato a partecipare agli allenamenti, perché presi già anche da altri impegni. Non se la sono ancora sentita di dare la loro piena disponibilità per la squadra, magari tra qualche anno cambieranno idea. Ognuno di loro deve avere l’opportunità di scegliere e lo sport deve piacere sin dall’inizio, così com’è accaduto per la decina di atleti che partecipano assiduamente agli allenamenti». Dunque, in futuro, si amplierà la rosa? «Abbiamo accolto ancora due adesioni arrivando a nove elementi, ma adesso i nostri sforzi sono rivolti al’acquisto delle carrozzine da hockey. Non vogliamo correre il rischio che qualche ragazzo si demoralizzi, e per ora ci dedichiamo a mantenere e consolidare le motivazioni dello “zoccolo duro” che ha cominciato ad allenarsi con le maglie dei Fantino Boys. Stiamo lavorando sodo per creare un gruppo di atleti competitivi e far scendere al più presto in campo la nostra squadra nel campionato Fiwh. Chi volesse entrare in contatto con la squadra o avere delle informazioni, può chiamare il numero 340.0989116». Infine, scopriamo le ambizioni del club: «L’obiettivo è quello di iscriversi in futuro al campionato di Wheelchair hockey Nazionale, non prima però di aver preparato bene i ragazzi per almeno un anno con allenamenti settimanali, per permettere loro la padronanza del gioco. Quello primario adesso è trovare fondi per l’acquisto delle carrozzine, del perimetro di gioco, e dell’attrezzatura varia».
LECCO. È il momento di conoscere i The Kings Lecco, il cui racconto è affidato a Laura Rigoni, protagonista determinante per la creazione e la realizzazione della squadra: «I The Kings sono nati grazie alla volontà di mio figlio Matteo, che aveva giocato un anno nella squadra della Uildm di Milano, in seguito abbandonata per la distanza e gli impegni scolastici. Successivamente, la mamma di due fratelli (Federico e Simone, i quali volevano praticare uno sport nonostante la disabilità) ed io abbiamo iniziato a contattare diverse associazioni inerenti la disabilità per trovare uno spazio idoneo ed un allenatore che potesse seguire i nostri ragazzi. Nel frattempo, la Uildm di Lecco aveva creato un piccolo gruppo di famiglie attraverso iniziative per la raccolta fondi, un corso di respirazione glossofaringea per i distrofici ed un altro di supporto psicologico ai genitori, che ha dato il via alla nascita della squadra, grazie anche alla disponibilità di un conoscente di fare da allenatore. Questo è accaduto negli ultimi due, tre anni». E qual è la situazione attuale della squadra? «Da marzo di quest’anno i ragazzi hanno iniziato ad incontrarsi per gli allenamenti una volta alla settimana, mentre continua la ricerca di altri giocatori. L’aver conosciuto durante un ricovero per controlli clinici un giocatore della nazionale italiana e della squadra degli Shark Monza ha dato la possibilità ai nostri ragazzi di allenarsi a Monza con una squadra già formata e di lunga esperienza».
Nati da qualche mese, ma già scesi in campo varie volte: «Vere e proprie partite sono state giocate al torneo “in memoria di Bruno Frattini” ad Assago, dove i The Kings si sono piazzati secondi in un triangolare con i lupi toscani e la squadra di Pavia. Altre partite con la serie B degli Shark Monza vengono fatte durante gli allenamenti del mercoledì. Durante una dimostrazione a Bellano, i The Kings hanno giocato con alcuni giocatori della squadra della Uildm di Milano, di Pavia e di Torino. Ultima dimostrazione il 6 novembre al palazzetto dello sport di Calolziocorte, dove i ragazzi hanno fatto conoscere questo sport ad altri bambini e ragazzi normodotati e li hanno fatti giocare insieme a loro con divertimento da parte di tutti». E se una persona volesse far parte dei The King? «Basta solo la voglia di imparare a giocare. Qualsiasi persona di qualsiasi età e difficoltà fisica può diventare parte dei The Kings (chi ha già una carrozzina elettrica può iniziare subito a giocare, chi non l’ha deve aspettare che noi ne troviamo una). Per ora la squadra è composta da ragazzi dagli 11 ai 26 anni, che ha già raccolto i plausi di chi li ha visti giocare per la coesione e la competitività, anche se naturalmente peccano ancora per inesperienza. Chi volesse conoscerci, il modo più comodo e veloce è andare sulla nostra pagina Facebook The Kings Lecco oppure contattarmi al 348.2905705». In conclusione, quali sono gli obiettivi del club? «L’iscrizione al campionato dell’anno prossimo e costruirsi come squadra, oltre a trovare uno sponsor e nuovi giocatori. E soprattutto divertirsi e far divertire i ragazzi, dare loro uno sfogo psicologico, farli partecipare ad uno sport di gruppo, di fargli provare l’esperienza di conoscere altri giocatori e team con cui confrontarsi, dare un pensiero, un occupazione mentale ed un interesse ai nostri ragazzi. Io ho due figli che giocano a questo sport: a Matteo (20 anni) piace l’idea di confrontarsi “alla pari” con persone con la sua stessa difficoltà motoria e fisica, al fine di poter competere e valutare quanto vale la sua prestanza di giocatore. Ad Alessia (17anni) piace allenarsi, incontrare e conoscere persone, chiacchierare con loro e con i genitori, conoscere posti e realtà nuove».
LO SPORT. Infine, spazio a diverse considerazioni riguardanti la promozione delle attività sportive per le persone con disabilità e l’attenzione mediatica rivolta ad esse. «Riteniamo sia fondamentale promuovere attività sportive per le persone disabili – commenta Dutto -, perché si offre la possibilità non solo di divertirsi, ma di socializzare, di fare gruppo. In generale, si fa un po’ fatica a far conoscere questi sport, in parte per disinteresse del pubblico ed anche perché trascurate dai mezzi di informazione. A Chivasso, grazie agli spettacolari incontri svolti nelle sei edizioni del torneo Memorial Fantino, il bilancio è più che positivo, perché molti cittadini conoscono ormai questa disciplina sportiva ed ogni anno il pubblico e l’interesse degli sponsor aumentano». Più coinciso il pensiero di Rigoni: «Nella realtà lecchese, questo sport non è conosciuto e l’attenzione delle istituzioni è nulla. Ma i giornali locali (anche quelli online) hanno ben volentieri pubblicato i nostri articoli, e anche la televisione locale ha mandato in onda una nostra intervista».
Articolo di Angelo Andrea Vegliante