Aipoly Vision è l’invenzione di tre ragazzi (un italiano, una australiana e uno svedese), che sta facendo molto parlare di sé. La fama di questa applicazione, che permette alle persone non vedenti di capire il mondo che le circonda raccontando loro ciò che viene inquadrato da un normalissimo smartphone, è arrivata addirittura al Presidente della Repubblica Mattarella, che ha voluto conoscere e complimentarsi personalmente con gli autori.
Facciamo anche noi la conoscenza di uno di loro, il ventiduenne romano Alberto Rizzoli. Alberto opera negli Stati Uniti, è stato ammesso alla Singularity University, dove gli studenti vengono incoraggiati ad utilizzare tecnologie di natura esponenziale come la modifica dei geni, la robotica, o l’intelligenza artificiale per risolvere i grandi problemi che sta affrontando l’umanitá. Si entra con una borsa di studio di 30mila euro offerta da Google e ci sono ottanta partecipanti in totale, si svolge al Nasa Ames Research Park. E’ lì che Alberto Rizzoli ha fondato Aipoly, insieme a Marita Cheng (ventisettenne, con una formazione in ingegneria informatica e robotica, che è anche la fondatrice di 2Mar Robotics, che crea braccia robotiche per sedie a ruote e robot di telepresenza per visitare altre parti del mondo con piú facilitá) e Simon Edwardsson (ventisettenne anche lui, ingegnere informatico che programma da quando ha sei anni e che era il capo di ricerca e sviluppo in un azienda di big data Americana).
Parliamo di Aipoly. Cos’è?
“Aipoly è unA intelligenza artificiale che riesce ad interpretare ciò che vede nel mondo reale, in tempo reale, e lo comunica ad alta voce. Non ha bisogno di una connessione Internet, per cui può essere utilizzata a costo zero per un utilizzo continuo. Tramite questa intelligenza artificiale abbiamo sviluppato Aipoly Vision, un’applicazione per smartphone che contiene tale intelligenza e permette ai telefoni di interpretare migliaia di oggetti per aiutare chi non vede”.
Com’è nata l’idea di creare questa app?
“Alla Singularity University l’obbiettivo di ogni team è quello di sviluppare un’azienda che avrà un impatto positivo su un miliardo di persone entro dieci anni. Per completare tale sfida, bisogna utilizzare una tecnologia che cresca in maniera esponenziale. L’intelligenza artificiale viene rivoluzionata ogni mese con nuove scoperte e traguardi, per cui abbiamo scelto di utilizzarla per far ‘capire’ ai computer il mondo in cui viviamo, per poi aiutarci in diversi campi. L’utilizzo più importante secondo noi è quello di aiutare le persone non vedenti. I computer al giorno d’oggi hanno la capacità di vedere e capire ciò che vedono tramite le reti neurali, un metodo di informatica rivoluzionario, e noi vogliamo utilizzare tali reti per aiutare i 285 milioni di non vedenti nel mondo”.
Che riscontri avete ottenuto finora? Qual è il futuro della vostra invenzione?
“Ci sono oltre 40mila utenti di Aipoly in tutto il mondo, seppure la tecnologia sia ancora in infanzia. Oggi riconosce circa mille oggetti, ovvero il vocabolario di un bambino di tre anni, ma stiamo lavorando su una versione che ne riconosce 5mila. Queste tecnologie presto avranno risultati straordinari e soprattutto in Italia dobbiamo tenerle d’occhio per rimanere rilevanti. La sfida più grande finora è quella di ottenere fondi per far crescere Aipoly per questo particolare utilizzo. Seppure sia molto importante costruire tecnologie per aiutare chi ha una disabilitá, non è un mercato attraente poiché poco monetizzabile rispetto ad altri utilizzi. Per fortuna, stiamo trovando ulteriori utilizzi che potranno sostenere il progetto a lungo termine”.
Com’è andato l’incontro col Presidente della Repubblica? Cosa vi siete detti?
“Il Presidente era molto interessato alla tecnologia all’interno dell’applicazione, e del suo potenziale futuro. Abbiamo utilizzato l’app all’interno del Quirinale, dove pochi oggetti sono di natura convenzionale e riscontrabili nelle case delle persone comuni, ma ha funzionato lo stesso. Era anche felice di vedere che gli Italiani che costruiscono tecnologie all’estero in un modo o nell’altro tornano in Italia per rendere disponibili i frutti del proprio lavoro, nel nostro caso gratuitamente, a chi ne ha bisogno. Era anche consapevole del fatto che un progetto del genere non avrebbe sopravvissuto in Italia con tanta facilità”.
Avete altre invenzioni nel cassetto?
“Sì, ma non possiamo parlare molto di esse. Stiamo lavorando all’utilizzo di Aipoly nel campo dell’istruzione, poiché un’intelligenza artificiale che riconosce gli oggetti può anche avere riscontri nell’educazione infantile e nell’insegnamento delle lingue. In futuro, tale sistema potrebbe essere integrato nella robotica o anche in dispositivi indossabili per non vedenti”.
Teniamo d’occhio questi ragazzi, dunque, perché le loro intuizioni potrebbero presto avere un impatto significativo sulla qualità delle nostre vite.
Articolo di Manuel Tartaglia