Lo scorso 25 maggio, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato l’elenco definitivo degli enti che possono beneficiare del 5 per mille. L’elenco, pubblicato in forma provvisoria il 13 maggio 2016 e successivamente corretto, contiene tutte quelle realtà del mondo associativo a cui è possibile devolvere una parte delle tasse che si versano allo Stato. Far parte di quella lista, per tante associazioni, è importantissimo: equivale alla possibilità di sopravvivere grazie alle donazioni dei cittadini. Conosciamo meglio, dunque, il 5 per mille, che cos’è e come funziona.
UN PO’ DI STORIA. Il 5 per mille dell’imposta di reddito fu introdotto dalla Finanziaria del 2006 e reso stabile dalla Legge del 23 dicembre 2014 n. 190. La Legge prevede la possibilità di destinare il 5 per mille delle proprie imposte a sostegno di Onlus, enti non profit, istituti di ricerca scientifica e sanitaria, università, Comuni o associazioni sportive dilettantistiche. Ricordiamo che esiste anche l’8 per mille, in cui i beneficiari sono lo Stato o alcune istituzioni religiose, e il 2 per mille, grazie al quale è possibile fare donazioni a partiti politici.
COME FUNZIONA. Destinare il 5 per mille ad un ente non costa nulla: si tratta infatti di una forma di finanziamento che non comporta oneri sul contribuente. Lo si fa nel momento in cui si redige la propria dichiarazione dei redditi, compilando la sezione relativa dei documenti fiscali (Cud, 730 e Unico Persone Fisiche) con il codice fiscale dell’ente o associazione cui si intende destinare una quota della propria Irpef. Qualora il contribuente non dovesse compilare la sezione relativa, il 5 per mille rimarrebbe allo Stato. Fondamentale è indicare, oltre al nome dell’ente che si vuole sostenere, il suo codice fiscale. Codice contenuto, appunto, nell’elenco di cui sopra.
I BENEFICIARI. Gli enti che possono beneficiare dello strumento del 5 per mille sono suddivisi nelle seguenti categorie: gli enti del volontariato sono associazioni senza scopo di lucro impegnate nel Terzo Settore; gli enti della ricerca scientifica e dell’università sono atenei e istituti a carattere scientifico; gli enti della ricerca sanitaria sono, per esempio, alcune cliniche; per Comuni si intendono le amministrazioni delle varie città; le associazioni sportive dilettantistiche sono organizzazioni dedite allo sport non professionale. Se ne può scegliere solo uno per ogni dichiarazione dei redditi.
COME DONANO GLI ITALIANI. Recentemente, su richiesta di molte associazioni e grazie alla pressione della campagna #fuorileliste promossa dalla rivista Vita, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato gli elenchi e gli importi degli ammessi al beneficio del 5 per mille. Ne emerge che la somma dei finanziamenti del 2014, relativi alle scelte espresse nelle dichiarazioni dei redditi 2013, ammonta a quasi mezzo miliardo di euro. La distribuzione del totale ai 45.332 enti aventi diritto, vede al primo posto le associazioni di volontariato, ben 37.904. Molte di meno sono le associazione sportive dilettantistiche (6.894), gli enti impegnati nella ricerca scientifica (430) e quelli che operano nel settore della sanità (104). Beneficiari sono anche 8.125 Comuni, ai quali spettano 14,9 milioni di euro, in crescita rispetto ai 12,5 milioni del 2013. L’associzione che ha ricevuto più preferenze è Emergency che, a fronte di quasi 400mila preferenze, riceve quasi 14 milioni di euro.
L’IMPORTANZA DEL 5 PER MILLE. La pratica del 5 per mille rappresenta per tante realtà, che siano piccole associazioni locali o grandi enti con enormi apparati, una delle poche forme di finanziamento proprio in virtù della loro natura: un ente non a scopo di lucro sopravvive solo grazie alla generosità di chi decide di sostenere le sue cause. Per questo è importante non lasciare in bianco quel riquadro nella dichiarazione dei redditi.
Articolo di Manuel Tartaglia