L’autore Andrea Dondi affronta nel suo libro la realtà delle sorelle e dei fratelli sani di persone con disabilità
Siblings – di Andrea Dondi (San Paolo)
Dal sito dell’editore. Nell’esperienza quotidiana di una famiglia con un figlio con disabilità, tra impegni di cura e accompagnamento, a volte è difficile dare spazio agli altri figli. I siblings vivono un’esperienza di crescita che può essere a tratti faticosa, in una chiamata implicita a essere responsabili, indipendenti, sempre comprensivi.
Questo libro si propone di dare loro voce, aiutando i genitori a cogliere, nelle diverse fasi di crescita, l’enorme ricchezza del loro sguardo sulla disabilità (e il modo in cui questa li sta forgiando), ma anche a combattere alcuni pericoli, come l’eccessiva solitudine o la paura del futuro. Attraverso la pluriennale attività di Fondazione Paideia e le più importanti esperienze internazionali sui fratelli sani di persone con disabilità, questo è il primo volume in Italia a offrire ai genitori un percorso sui temi educativi e affettivi centrali nella vita di tutti i figli.
Recensione. Ho scelto questo libro in prima battuta perché conosco l’autore. È stato un mio docente e ne apprezzo la serietà e sensibilità. E poi l’argomento è interessante, o quanto meno lo è per me.
Questo non è un libro che parla di disabilità, ma parte dall’esperienza della disabilità fatta dalla famiglia, utilizzando il punto di vista dei fratelli, il loro sguardo sulla disabilità, la loro modalità di viverla”.
Andrea Dondi lavora da anni con le persone con disabilità e con le loro famiglie; in questo libro si sofferma su che cosa voglia dire essere fratello o sorella di un bambino/ragazzo con disabilità, essere sibling, appunto. Se per noi adulti c’è un processo di accettazione della situazione, perché partiamo da una situazione di “normalità”, per il fratello o sorella la normalità è quella che vive. Non ha sperimentato altro e, almeno per i primi anni, non si porrà molte domande.
Non si tratta di un’esperienza impossibile, le reazioni dei siblings sono spesso adeguate e “resilienti”, ma esistono stagioni della vita in cui questa sfida è più gestibile”.
Ciò che vivono questi fratelli e sorelle è diverso e peculiare. L’autore ce ne parla in maniera chiara e affrontando le diverse tappe evolutive, descrivendo ciò che, di volta in volta, sono le situazioni e le sfide in cui si trovano i siblings e le strategie che tendono ad adottare. È una panoramica su un mondo per lo più sconosciuto, su cui raramente ci soffermiamo a pensare.
Allo stesso tempo vogliamo evitare l”ipocrisia di definire la condizione di sibling solo ed esclusivamente qualcosa di positivo e utile, che permette di sviluppare competenze e sensibilità fuori dal comune. Molti siblings che abbiamo incontrato e conosciuto hanno costruito la propria vita fino all’età adulta a prezzo di grandi fatiche emotive e relazionali”.
Il libro si compone di una prima parte generale, in cui descrive la sua esperienza, racconta il mondo dei siblings in maniera generale; vi è poi una seconda parte, suddivisa in “fasce d’età”, in qui Dondi si sofferma su ciò che ogni tappa evolutiva comporta, per sé e nel rapporto col fratello/sorella.
È un libro che, per quel che mi riguarda, in parte tende a confermare ciò che erano già i miei pensieri, le mie considerazioni e idee su questo mondo, ma in parte, per alcuni aspetti, li rovescia e disconferma.
Dondi affronta temi delicati quali la rabbia per la disabilità, nei confronti della società o il “senso di colpa del sopravvissuto”, parla dell’importanza da parte dei genitori di coinvolgere il sibling, senza dare per scontato il suo ruolo, le difficoltà che si possono incontrare in società, specialmente durante l’adolescenza, quando è importante essere accettati dagli amici, ma al tempo stesso vi è una forte spinta alla difesa del fratello. E, purtroppo, sappiamo che non tutti i ragazzi hanno la stessa sensibilità e delicatezza, per cui per un sibling, spesso, conciliare i due aspetti è difficile e faticoso. Non che da adulti la disabilità sia più accettata e diventiamo all’improvviso sensibili e rispettosi, ma un sibling adulto ha certamente maggiori strumenti per rispondere o far fronte alle eventuali discriminazioni.
Ciò che stupisce è la maturità di questi ragazzi: la maggior parte di loro, nonostante la rabbia che possono provare, non colpevolizza il fratello o la sorella, quasi tutti preferiscono schierarsi in loro difesa, senza nemmeno porsi i dubbio. Credo che non tutti noi adulti saremmo in grado di fare altrettanto.
Ci sono tantissimi spunti interessanti nel libro; accennarli tutti è impossibile. Concludo con queste parole dell’autore, che a mio avviso rendono molto bene l’idea del ruolo del sibling all’interno della famiglia:
A mio avviso è uno spreco immotivato per tutta la famiglia rinunciare al modo in cui i siblings vedono i propri fratelli con disabilità, perché il più delle volte offrono l’opportunità di uno sguardo ‘disincantato’, che molto spesso vede la disabilità per quello che è, una parte del tutto, con una visione che restituisce al fratello la sua fetta di normalità, con cui il sibling è cresciuto e si è confrontato a lungo in modalità paritaria, senza le ansie e le preoccupazioni di cui a volte sono vittime i genitori”.