“Sono Stefano, un ragazzo con disabilità in carrozzina. Benvenuti sulla mia web radio, che conduco insieme al mio amore Ilaria e che ho creato con la forte speranza di fare nuove amicizie”. Si presenta così SteRadioDj, la web radio di Stefano Pietta, ragazzo di Brescia con tetraparesi spastica. Lo speaker trasmette dalla sua abitazione in determinati orari, si cimenta nell’esposizione di notizie ed irradia musica di ogni tipo, anche su richiesta. La sua realtà, che può ben essere inquadrata come sorella di Radio FinestrAperta, è improntata alla sensibilizzazione sociale e non solo.
Com’è nata l’idea di questo progetto radiofonico?
“Saltuariamente collaboravo, e collaboro ancora, con la radio parrocchiale del mio paese, andando in studio e facendo delle trasmissioni. Da lì mi sono chiesto del perché non crearmi una web radio personale per trasmettere da casa e non avere i vincoli delle tempistiche radiofoniche. Così, dopo aver sentito la radio di un mio amico non vedente – ce l’ha avuta per sei anni, l’ha chiusa da poco -, sono partito nel settembre 2013 con delle prove tecniche, ed il 23 ottobre dello stesso anno, quando mi è arrivata la licenza SIAE, ho iniziato a trasmettere a tutti gli effetti. L’idea è nata soprattutto per sensibilizzare sulle tematiche della disabilità, che comunque è un tema che mi riguarda in prima persona, ed anche per farmi nuove conoscenze ed amicizie”.
Durante le tue dirette, suoni la musica che ti piace, ma rispondi anche alle esigenze degli ascoltatori.
“Nel limite del possibile, vado incontro anche alle esigenze degli ascoltatori, che mi possono trovare ad uno dei contatti creati appositamente (trovate tutto qui, n.d.a.). Se in un determinato momento vuoi sentire una canzone, o vuoi che tratti un tema in particolare, mi puoi tranquillamente contattare. Faccio anche interviste, ho vari ospiti: le conduco utilizzando Skype, oppure direttamente in studio – a casa mia -, o ancora, quando mi capita di partecipare ad eventi, le registro e le mando in replica successivamente”.
Ho visto sulla tua pagina Facebook che hai avuto ospiti illustri. Insomma, grazie a questa radio ti stai levando parecchie soddisfazioni.
“Le soddisfazioni sono veramente tante. Non ti nascondo che sono partito un po’ per gioco, ma anche tramite articoli e servizi a Studio Aperto che mi sono stati fatti, la radio ha acquisito visibilità. E questo è motivo di grande soddisfazione da parte mia, perché non ho lavoratori nella gestione della radio, sono da solo alla conduzione. Sennonché di tanto in tanto interviene da Torino via Skype Ilaria, la mia ragazza – come me, anche lei ha una tetraparesi spastica -. In questo modo, facciamo radio in due, quando lei ha tempo. L’ho conosciuta proprio tramite la radio e grazie al servizio televisivo: lei mi ha contattato, ha iniziato ad ascoltarmi e da lì è nato anche questo amore”.
Come mai hai scelto la radio e non un altro mezzo di comunicazione?
“Ho scelto il mezzo radiofonico perché, secondo me, il messaggio sulla disabilità, dato immediatamente dalla persona disabile, resta impresso nel cuore e nella testa di chi ascolta, rispetto magari alla parola scritta sui siti o blog. Dando il messaggio a voce, uno è più sensibilizzato”.
Pensi che, oggi come oggi, il mondo dell’informazione stia mercificando sulla disabilità?
“Un po’ di mercificazione c’è. Ma dico anche ‘fortunatamente’. La disabilità sta uscendo sui media e sulla stampa, cosa che qualche tempo fa non sarebbe successa, in quanto se ne parlava pochissimo. Dipende sempre da come ne parli”.
E allora sfatiamo un mito: secondo te, ironizzare sulla disabilità si può fare per sdoganare pregiudizi e pietismi attorno la disabilità?
“Si può fare se lo fai nel modo giusto, se non ironizzi troppo. Ironizzare è giusto, ma nel contempo bisogna sensibilizzare”.
Raccontaci della linea editoriale del tuo progetto.
“Ho due dirette: una pomeridiana dalle 17:30 alle 19:30, ed una serale che parte dalle 21:30 e termina alle 23:00. Sono in onda tutti i giorni e tutti i mesi. Ovviamente non riesco sempre ad essere in console, e quindi negli stessi orari ho una regia automatica che mi permette di mandare programmazioni registrate. Nelle dirette trasmetto musica, ma cerco di dare anche notizie prese dalla rete, principalmente sul mondo della disabilità. Però mi occupo anche di altro, dalla cronaca, all’attualità, allo sport. Quindi intervallo musica e notizie: magari non le leggo per intero, ma vado semplicemente a citare la fonte in modo tale che un possa prendersela e darle la propria interpretazione”.
I costi relativi ad una web radio sono così proibitivi e dispendiosi per una persona che gestisce da solo un progetto?
“È abbastanza dispendioso. Per fortuna i miei genitori hanno appoggiato la mia idea, mi hanno sempre aiutato. Quindi sono sempre riuscito a sostenermi. Poi, l’anno scorso ho creato una campagna di crowdfunding, raccogliendo dei fondi che aiutano nella sostenibilità della radio, oltre al portafoglio del papà”.
Qual è stata la risposta degli ascoltatori?
“La risposta è sempre stata buona. Magari non sempre nella diretta, ma ho parecchio seguito sui canali social. Addirittura per strada c’è gente che mi riconosce. E questa è un’altra grossa soddisfazione che la radio mi ha dato”.
Qualche sorpresa per il futuro?
“Al momento, no. Sto continuamente lavorando con alcune idee, ma non a livello concreto”.
Qual è il messaggio che deve passare dalla tua creazione radiofonica?
“Non mollare mai qualunque difficoltà, perché se avete voglia di mettervi in gioco, il modo lo trovate, che uno sia disabile o meno. Non abbandonatevi a nulla, perché prima o poi la via d’uscita per migliorare la qualità della vostra vita la ottenete sempre”.
Articolo di Angelo Andrea Vegliante