Forse ci si sarebbe aspettato di più dall’informazione mondiale. Forse siamo sempre davanti alla solita questione, a quell’oblio in cui un evento può finire ed essere consegnato al passato. Ci si aspettava qualcosa di più di soli due secondi di riprese, soprattutto durante una kermesse importante come quella del Mondiale di Calcio. Ma, ancora una volta, bisogna fare chiarezza, altrimenti tutto viene confuso o, peggio, dimenticato.
Già dall’inizio dell’anno 2014 molti giornali online, siti d’informazione sociale e non, annunciavano che il calcio d’inizio della prima partita di questo Mondiale, cioè Brasile–Croazia, sarebbe stato effettuato da una persona paralizzata dalla vita in giù. Fin qui nulla di strano, anzi un motivo in più per guardare a questa competizione con occhi più dolci, nonostante l’altra faccia del Brasile fatta di guerriglie e manifestazioni in piazza. In effetti, il 12 Giugno un uomo disabile, tale Juliano Pinto, ragazzo di ventinove anni paralizzato dalla vita in giù, ha colpito il primo pallone di Brasile 2014, però con una precisazione da fare: il calcio infatti è avvenuto durante la cerimonia d’apertura del Mondiale.
Il problema maggiore però è stato riscontrato nella visione televisiva di questo appuntamento. Chiunque abbia assistito alla cerimonia infatti avrà notato che improvvisamente sui teleschermi è apparso un uomo supportato da uno strano macchinario. Tutto questo è passato in tv per soli due secondi, e le immagini della Rai ce ne possono dare la conferma: è possibile infatti trovare il video su RaiSport, e verificare in prima persona dal minuto 21:34.
Un progetto d’importanza sociale lasciato muto d’immagine ma anche di parola: nello stesso video infatti è possibile ascoltare il giornalista della Rai che si sofferma a raccontare la storia di Brazuka, il pallone del Mondiale, senza spiegare chi fosse l’uomo bionico che ha calciato il primo pallone di Brasile 2014.
Già tempo fa su queste righe avevamo parlato del progetto che si cela dietro la persona disabile con esoscheletro celebrale, ma ve lo riproponiamo, non solo perché è un tema vicino e sentito dalle nostre parti, ma per sottolineare come la regia televisiva brasiliana (ma, in generale, anche quella italiana) abbia rischiato di mandare nel dimenticatoio un progetto ambizioso e importante.
Miguel Nicolelis è un neuro ingegnere della Duke University e ideatore del progetto “Walk Again”, iniziativa che da anni studia il sistema nervoso del cervello per permettere a molti disabili di tornare a camminare. I vari studi hanno portato alla realizzazione dell’esoscheletro bionico visto in tv (foto sopra) che, basato su sensori attivati dai segnali elettrici cerebrali, traduce le indicazioni del cervello stesso in comandi digitali e permette alla persona di camminare.
In un’intervista a Scientificamerican.com e riportata da LeScienze.it, Nicolelis ha spiegato che il macchinario consegna ai disabili “la percezione non di essere trasportati da una macchina, ma di camminare. Hanno tutti una sensazione fantasma, simile a quella dell’arto fantasma, che è del tutto nuova”. L’ingegnere ha poi aggiunto che la tecnica non è invasiva ma è “un’interfaccia basata su un’elettroencefalografia (EEG): la persona deve immaginare che tipo di movimento vuole fare, e la decisione innesca il movimento dell’esoscheletro”. L’importanza di questo progetto però non si ferma qui: Nicolelis infatti assicura che hanno “anche un progetto per le Paralimpiadi, che si svolgeranno sempre in Brasile. Non preoccupatevi, ci saremo”.
E speriamo che questa volta anche l’informazione ci sia!