Lanciato “More than Dis”, il concorso che cerca e premia le proposte innovative
Lo scorso 4 giugno, a Milano, è stato lanciato “More Than Dis”, concorso organizzato da Fondazione Italiana Accenture dedicato alla ricerca di soluzioni innovative per favorire l’accesso, la produttività e l’inclusione delle persone con disabilità nel mondo del lavoro. Il concorso, che si chiuderà tra quattro mesi, coinvolge diverse organizzazioni e prevede premi molto interessanti.
“Cerchiamo soluzioni innovative, tecnologiche e scalabili che abbiano un impatto positivo sull’occupabilità delle persone con disabilità, perché per valorizzare la diversità si può fare molto di più di quanto immaginiamo”, ha dichiarato Simona Torre, Segretario Generale di Fondazione Italiana Accenture.
Diverse realtà implicate nella realizzazione della stessa sfida. “More than Dis” è organizzato dalla Fondazione Italiana Accenture, organizzazione che si propone di promuovere l’innovazione sociale attraverso la valorizzazione e il supporto di progetti a favore della collettività. Ma altre realtà impegnate nel sociale hanno partecipato alla realizzazione di questo concorso. All’evento collaborano infatti Jobmetoo, piattaforma web per la ricerca e l’offerta di lavoro rivolta a persone con disabilità, e Make a Cube3, incubatore di imprese a valore sociale. Hanno contribuito anche Auticon, impresa internazionale di consulenza in tecnologia dell’informazione e della comunicazione che impiega, come consulenti, esclusivamente adulti sullo spettro dell’autismo, Fish Onlus (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), e la Fondazione Sodalitas, network di imprese, volontari e staff che ha come finalità l’educazione alla generazione di valore sociale condiviso, promuovendo la cultura delle partnership orientate a crescita, sostenibilità, inclusione, coesione e sviluppo diffuso per la comunità.
Il progresso tecnologico come chiave di successo. È evidente l’impronta fortemente focalizzata sul digitale e sull’innovazione tecnologia dell’iniziativa. Come ha spiegato Daniele Regolo, Ceo di Jobmetoo: “Il concorso rappresenta un’occasione di stimolo all’autoimprenditorialità per le persone con disabilità. Le leggi a tutela dell’occupazione restano uno strumento indispensabile, ma l’evoluzione culturale e soprattutto tecnologica ispirano nuovi percorsi occupazionali per le fasce considerate svantaggiate, che possono sviluppare valore per economia e società”.
Come funziona il concorso? Per partecipare al concorso bisogna tradurre le proprie idee originali in proposte progettuali e poi caricarle direttamente sulla piattaforma digitale di Fondazione Italiana Accenture al sito www.morethandis.ideatre60.it. La data entro la quale è possibile presentare la candidatura dei propri progetti è l’11 ottobre 2019. I progetti dovranno fornire soluzioni innovative e replicabili finalizzate a favorire la possibilità delle persone disabili di essere occupate o di saper cercare attivamente di trovare e di mantenere un impiego, nonché di migliorarne la qualità della vita lavorativa, valorizzandone il potenziale per generare valore sociale ed economico. Particolare rilevanza verrà data ai progetti che presentano la componente tecnologica quale elemento centrale. Una giuria di esperti, promotori e partner del concorso, selezionerà otto finalisti che parteciperanno a due giornate di workshop formativo che avranno luogo a Milano, volte a perfezionare i singoli progetti in vista della selezione finale, che avverrà a novembre 2019 e identificherà le tre idee progettuali vincitrici.
I premi per i vincitori di “More than Dis”. In palio per ciascuno dei tre vincitori c’è un finanziamento di 20mila euro a fondo perduto, messo a disposizione da Fondazione Italiana Accenture, venti ore di consulenza legale, finanziaria, marketing e strategica e un percorso di incubazione della durata di tre mesi presso Make a Cube3. Inoltre, per i più meritevoli tra i partecipanti che non abbiano ancora compiuto trent’anni, saranno messi a disposizione tre ammissioni a due percorsi formativi dedicati al mondo del marketing digitale: “La palestra delle professioni digitali” e “D-training bootcamp”.
I dati sulla disoccupazione delle persone disabili. Mentre lascia intuire una nuova curiosità da parte di aziende e organizzazioni per una progettualità innovativa, nonché la volontà delle imprese di gestire efficacemente le problematiche d’impatto sociale ed etico al loro interno, l’iniziativa segnalata risponde anche all’urgente bisogno di riflettere sul rapporto problematico tra mondo del lavoro e disabilità. Le statistiche, infatti, parlano di un’esclusione ancora alta delle persone con disabilità dal mondo del lavoro.
In Italia sono circa 4.360.000 le persone disabili, ovvero circa il 7% della popolazione. Secondo i dati Istat, nel 2013 risultava occupato il 44% delle persone con una disabilità. Tra le persone con limitazioni definite gravi la percentuale è molto più bassa: è occupato solamente il 19,7%. Il dato indica una considerevole disparità occupazionale e sottolinea l’importanza di strategie mirate all’inserimento lavorativo delle persone disabili.
Non solo difficoltà di accesso al lavoro, ma anche all’istruzione e alla mobilità. Per le persone con disabilità, in Italia, sono ancora troppo numerosi gli ostacoli che limitano l’accesso ai principali diritti sanciti dalla Costituzione. Prima ancora dell’accesso al lavoro, è quello all’istruzione ad essere ostacolato: nel nostro paese ben 5 milioni di persone tra 15 e 64 anni con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi non sono iscritte a corsi di istruzione di alcun tipo. Tra queste persone, l’8,4% riferisce restrizioni nella possibilità di studiare. La quota sale al 37,3% tra quanti invece hanno limitazioni definite gravi.
Ci sono, inoltre, le difficoltà legate alla mobilità, alla libera circolazione e all’utilizzo dei luoghi pubblici: tra le persone con qualsiasi tipo di disabilità, il 27,2% ha difficoltà a uscire di casa, il 22,3% ad accedere agli edifici e il 19,7% a utilizzare i trasporti pubblici.
Articolo di Irene Tartaglia