Come reagisce il pubblico di un concerto rap, che si ritrova sul palco un artista in carrozzina e col respiratore? Gelo o applausi scroscianti? Ecco cosa si aspettava Toro Seduto e cosa è successo all’Alcatraz
C’è sempre una prima persona: Amelia Earhart, la prima donna ad attraversare in volo gli Stati Uniti; Neil Armstrong, il primo uomo a mettere piede sulla Luna… E poi c’è Toro Seduto (all’anagrafe Michele Sanguine), il primo rapper in con disabilità ad esibirsi all’Alcatraz di Milano, locale storico del capoluogo lombardo, calcato negli anni dai più grandi artisti nostrani ed internazionali.
Quella del 22 febbraio 2019, all’Alcatraz, è stata una gran serata per gli amanti dell’hip hop. In calendario c’è il concerto del rapper Axos, che attira migliaia di ragazzi e riempie il prestigioso locale. Ma quella di Axos non è l’unica esibizione in programma, perché c’è anche Toro Seduto. Ed ecco che arriva il momento decisivo: l’emozione è alle stelle, Michele non ha mai visto un pubblico tanto vasto e non ha idea di come reagirà nel vedere sul palco un performer su una carrozzina elettrica e con la mascherina del respiratore sul viso…
Com’è andata lo chiediamo al diretto interessato.
Michele, sei soddisfatto?
“È andata benissimo, che più bene di così non si può. Se esistesse una parola più grossa di ‘straordinario’, ‘meraviglioso’, utilizzerei quella! Soddisfazione al 100%”.
C’era tantissimo pubblico all’Alcatraz, te l’aspettavi?
“Sì. Alessio Lavino (direttore artistico di Alcatraz) mi aveva avvisato che ci sarebbero state migliaia di persone, ero stato avvisato. Ma anche se lo sapevo, quando ho visto con i miei occhi tutti quei ragazzi, l’impatto è stato incredibile”.
Tu sei il primo rapper in carrozzina che sale su quel palco. Sarà stato strano per gli spettatori. Come hanno reagito?
“Io sinceramente credevo che il pubblico, vedendomi, sarebbe rimasto in silenzio o magari impressionato, invece no, è stato pazzesco. Non ho fatto in tempo ad iniziare a cantare la canzone, che il pubblico ha iniziato a seguirmi a tempo. Tutti i ragazzi che stavano seguendo il concerto sono stati davvero calorosi. Potrei dire che in alcuni momenti sembrava un tifo da stadio nei miei confronti”.
Eri emozionato prima e durante l’esibizione?
“Prima di cantare l’emozione era a mille, ero dietro ad una tenda aspettando che arrivasse il mio turno, sentivo tantissima gente e il cuore batteva fortissimo; ma quando ho iniziato a cantare e capire che i ragazzi erano tutti con me, l’emozione è sparita. Anzi, mi sono gasato!”.
Sono arrivati commenti dopo il concerto?
“Sì, ho avuto parecchi riscontri. Mi hanno scritto un po’ di ragazzi che erano presenti al concerto. Mi hanno contattato attraverso il mio profilo Instagram @torosedutofficial.
Con Axos ci siamo sentiti. Io l’ho ringraziato tantissimo e lui mi ha risposto che sono davvero un esempio per tutti e che mi vuole bene”.
Che ricordo ti porterai di questa esperienza?
“Mi porterò un ricordo indelebile. Sarà una giornata difficile da dimenticare”.
Articolo di Manuel Tartaglia