Conosciamo l’inventore che ha reso più semplice la vita di tante persone con disabilità visiva
Roberto Gozzani è un un tecnico elettronico di Massa. L’oggi quarantottenne toscano coltiva l’hobby della robotica sin da quando aveva quindici anni. Quello che sembrava essere un semplice passatempo, gli ha permesso di costruire vari robot, uno dei quali in grado di orientarsi e districarsi tra gli ostacoli utilizzando dei sensori e l’analisi delle immagini di una telecamera. Qualche anno fa Roberto conosce un uomo non vedente, incontro che segnerà l’inizio di una fase creativa dai risultati sorprendenti: “Mi chiese se si potesse fare qualcosa che lo aiutasse a percepire anche solo gli oggetti presenti su un tavolo – racconta Gozzani – e da allora ho sempre pensato a questo problema, tenendomi informato su quanto veniva sperimentato nel mondo. Tutto il 2017 l’ho passato a progettare e realizzare il dispositivo e questo mi ha permesso di incontrare molti non vedenti e sopratutto di capire quali sono alcune delle difficoltà quotidiane. Ma sopratutto ho incontrato nuovi amici”. Conosciamo più da vicino questo creativo dell’elettronica e i risultati del suo lavoro.
Roberto, con le tue invenzioni stai migliorando l’autonomia di tante persone non vedenti. Perché concentrare tutto il tuo lavoro su questo tema e non su tanti altri?
“Beh, a parità di sfide tecniche, che mi danno sempre una grande soddisfazione, direi che vincere un premio per un robottino che ha fatto un percorso in mezzo agli scatoloni in meno tempo degli altri dia una certa soddisfazione, ma ricevere telefonate che dicono ‘Grazie di cuore, ora questa cosa la faccio mille volte meglio’, è tutta un’altra cosa”.
Oltre ad inventare ausili innovativi, ti stai approcciando a modificarne alcuni già esistenti?
“Sì, perché ci sono argomenti che richiedono il cosidetto ‘know how’, cioè l’aver imparato a fare una cosa. Prendiamo ad esempio il caso dell’accordatore: avrei potuto iniziare da zero e progettarne uno, per poi stare almeno due mesi a risolvere problemi legati alla precisione delle letture delle frequenze con le armoniche, i disturbi eccetera. Dato che ci sono dispositivi sul mercato non accessibili ma che hanno già risolto questi problemi, è sicuramente meglio prendere uno di questi e renderlo accessibile”.
Qual è l’ausilio che fino ad ora ti ha dato più soddisfazione?
“Beh, indubbiamente il dispositivo indossabile dotato di telecamera e sensori, che permette di percepire ciò che abbiamo davanti, sia i colori che le distanze dagli oggetti. Tuttavia è un progetto in fase di test, quindi non posso divulgare troppi dettagli”.
E quello che vorresti realizzare ma ancora trovi difficoltà?
“Ne ho almeno una decina in lista, di cui i più interessanti sono il bastone invisibile elettronico e il vocalizzatore di display, dal Bimby da cucina fino alla tastiera musicale. L’unica difficoltà è il tempo a disposizione, perché sto facendo queste cose come dopo lavoro”.
In che modo parte l’idea di realizzare gli ausili? Come ti confronti con i potenziali utilizzatori?
“Nel 2017 i partecipanti allo sviluppo del dispositivo indossabile mi chiedevano delle caratteristiche da implementare e ho capito che molte di queste cose potevano essere fatte facilmente con dispositivi appositi, anziché implementarle tutte in un unico dispositivo. Allora nel 2018 ho creato un gruppo Facebook dove ho descritto ogni progetto che intendevo realizzare. In quel gruppo ho ricevuto molte altre richieste. Alla fine ho creato un sito e adesso continuo a ricevere le richieste tramite il sito stesso”.
Ch differenza c’è tra il tuo lavoro e quello di tante altre ditte specializzate?
“La più grande differenza è l’approccio: anziché creare oggetti che necessitano di stampi costosissimi, marketing per la vendita e anni per recuperare gli investimenti, io offro un approccio artigianale. Ovvero: hai un problema pratico, me lo dici, se trovo una soluzione pratica te lo risolvo anche usando la mia stampante 3D e circuitini elettronici che faccio io. Magari ci vuole una settimana anziché due minuti di produzione, ma almeno così qualcosa uno risolve, se aspettiamo i tempi necessari alla messa sul mercato di un prodotto commerciale non risolviamo niente, come avviene per decine di ottime idee che non vedono mai la luce”.
Ci descrivi in breve gli ausili già esistenti di tua invenzione e quelli in fase embrionale?
“Il primo che ho realizzato, che tu ben conosci, è stato l’accordatore per chitarra, perché ho notato che non ne esisteva uno accessibile sul mercato mondiale. Il secondo è stato un contagocce, perché chi me lo ha chiesto si trovava troppo male con quel poco che c’era nel mercato. Il terzo è un tester per le pile che tramite dei beep ci dice la tensione vera della pila e misura dalle pile ministilo a quelle a bottone, quelle da 9 volt, fino addirittura a quelle al litio. Poi ho fatto un sensore di umidità per i vasi delle piante, che fa un suono di cicala quando la terra è secca e di notte al buio non fa suoni; è troppo bella l’atmosfera che crea in casa. Poi ho fatto un sensore per i led che suona se un led è acceso, anche intermittente, e a ruota ho creato la versione digitale che legge anche il colore del led. Infine, proprio la scorsa settimana, ho fatto un accordatore cromatico parlante, che dice la nota che viene fatta, credo con qualsiasi strumento, persino la voce. Dice anche se rispetto a quella nota occorre tirare la corda o allentarla nel caso di strumenti a corda. I prossimi saranno un dosatore preciso di liquidi, un tester da elettricista, un cercafase, un powerbank, un sensore da piazzare vicino alle lampade che avverte se si accende o si spegne, una bilancia parlante da cucina e molti altri. Ma sopratutto il vocalizzatore di display e il bastone elettronico, che non è detto che riseca a farlo perché è molto ambizioso”.
Stai pensando di inventare ausili per altre disabilità, oltre a quella visiva?
“A breve, nel fare il bastone, dovrò imparare a comandare bene i motorini vibranti e questo mi potrebbe permettere di fare qualcosa anche per chi ha difficoltà uditive”.
Le creazioni di Roberto Gozzani sono presentate nel suo sito web. In fondo ad ogni pagina di progetto c’è un pulsante che porta alla pagina dei contatti, da cui si può inviare qualsiasi richiesta. L’autore è disponibile anche ad essere contattato via e-mail all’indirizzo rgozzani@gmail.com.
Articolo di Morena Burattini